La rivolta "anti-Insiel" della sanità"Scarsa efficienza e servizi carenti"
Aziende sanitarie regionali in fuga dalla società informatica Insiel. Da quella triestina all'Ospedaliera udinese, alla Ass 4 Medio Friuli, la Ass 5 Bassa Friulana hanno già iniziato a rivolgersi sul fronte Interneta Fastweb. Questa la secca replica dell'ad Insiel Dino Cozzi: "Le aziende vogliono essere più autonome. Troppo comodo farlo con i soldi della Regione"
TRIESTE
I direttori generali, a voce, sono diplomatici. Ma nei Piani attuativi locali e ospedalieri 2011, soprattutto a Trieste, mettono nero su bianco le critiche delle Aziende sull’operato di Insiel. Al punto che l’Ospedaliera udinese, la Ass 4 Medio Friuli e la Ass 5 Bassa Friulana hanno già iniziato la fuga, almeno sul fronte Internet, verso un fornitore diverso, Fastweb, che garantisce, affermano i piani alti della sanità, «economicità del servizio e sicurezza della trasmissione dati».
La risposta della società informatica? Dino Cozzi, l’ad, non porge l’altra guancia: «Le aziende, in particolare l’Ospedale di Udine, vogliono essere più autonome. Troppo comodo farlo con i soldi della Regione». I piani evidenziano in maniera chiara le problematicità. Soprattutto in materia di gestione del software che elabora cartelle cliniche, prenotazioni, ricoveri, bilanci.
Nel Piano locale della Ass 1 emerge «la persistente inadeguatezza dei sistemi informativi regionali, carenti in vari settori di attività», con la conseguenza che l’Azienda triestina «si dichiara sin d’ora disponibile a sperimentare sviluppi specifici di strumenti informatici e modalità di relazione».
Il direttore generale Fabio Samani assicura che, verso Insiel, «non c’è alcun malanimo». Ma afferma: «Per quanto non stiamo prendendo in considerazioni alternative, una diversa efficienza da parte del sistema sarebbe assolutamente necessaria».
A scrivere nel Pao la sua insoddisfazione è anche l’Azienda ospedaliero-universitaria di Trieste: «Il 2010, come già il 2009, è stato caratterizzato dal fermo completo delle evoluzioni e delle manutenzioni evolutive dei prodotti forniti da Insiel». E nella pratica clinica «il sistema attuale non risponde alle necessità aziendali e dei reparti e rende difficile pubblicare e distribuire referti in modo coerente con le linee guida del ministero».
E ancora risulta che, mancando il marchio Ce ”dispositivo medico”, «i sistemi clinici Insiel in uso potrebbero considerarsi inutilizzabili in quanto al di fuori delle norme». «Cosa vuole che aggiunga più di quello che c’è scritto?» osserva, lapidario, il direttore Francesco Cobello. Nei piani della Ass 2 di Gorizia e dell’Azienda ospedaliera di Pordenone non compaiono richiami su Insiel. Altrove, però, è già partita la fuga.
La prima è quella della Ass 5 che già da due anni, fa sapere il dg Paolo Bordon, ha affidato all’esterno l’area welfare. L’Azienda della Bassa aderisce infatti al Sistema pubblico di connettività, la rete che collega le amministrazioni pubbliche istituita dal Dl del 28 febbraio 2005 e gestita da DigitPa. A vincere la gara per la fornitura tecnica è stata Fastweb che da quest’anno copre anche le esigenze di trasmissione dati dell’Aou di Udine e della Ass 4.
Nel Pao della Aou friulana si legge che nel 2011 l’Azienda non ricorrerà più a Insiel per il collegamento Udine-Trieste (la rete Rupar) e chiede di vedersi assegnare l’importo attribuito inizialmente a Insiel (515mila euro Iva esclusa) in modo da poter pagare il nuovo fornitore. Il dg Carlo Favaretti si limita a parlare di un’adesione al Sistema pubblico di connettività «che è decisione di molte strutture pubbliche» ma ammette, pure lui, che sulla gestione degli applicativi «qualche problema c'è». Andrea Garlatti, l’assessore alla Funzione pubblica, rimanda a un approccio al problema «su basi strutturali in sede di ridefinizione dei piani dell’accordo quadro con Insiel».
Ma l’ad Cozzi rimbalza la questione: «Tocca alla Regione essere preoccupata dato che è costretta a pagare due volte: sia Insiel che altri fornitori». Nel mirino l’atteggiamento di qualche direttore: «Mascherano con un presunto obiettivo di efficienza il desiderio di autonomia. Ma, per questo, sfruttano i soldi pubblici. Inoltre, la frantumazione del sistema informativo regionale apre la strada a un ”arlecchino” più costoso e meno efficiente». Se la Regione decidesse di fare a meno di Insiel per la sanità? «Chiudiamo e consegniamo le chiavi».
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