La “River Countess” ferita sulla Giudecca per 2 mesi in Arsenale

Fincantieri e Cartubi ripareranno il battello danneggiato Preventivo da un milione. Il trasporto con la “portanavi”

Quasi due mesi di degenza e una prima ipotesi dei danni stimata attorno a un milione di euro. In attesa di esami più dettagliati, il colpo d’occhio degli esperti su “River Countess”, speronata da una nave-crociera Msc nelle torbide acque della Giudecca alle ore 8.35 della festa della Repubblica, accredita questa rispettabile cuenta per rimettere l’unità fluviale in grado di scorrazzare nella Laguna e nell’asse padano.

“River Countess” è arrivata alcuni giorni fa in Arsenale, trasportata da “Yacht Express”, che è una heavy lift nave-portanavi specializzata in servizi marittimi straordinari, appartenente alla flotta dell’armatore olandese Dockwise. Il semi-sommergibile era poi rimasto in rada attendendo nuovi ingaggi.

Si è mossa Fincantieri, in particolare attraverso l’azione dei manager Giorgio Rizzo e Gianni Salvagno, per assicurare al sito triestino la commessa, che sarà affrontata con la collaborazione di Cartubi, diretta da Mauro Franco, frequente partner del gruppo navalmeccanico in queste attività di riparazione e di refitting. L’unità danneggiata è stata disposta “a secco” per consentire l’avvio dell’intervento.

“River Countess” è un classico battello da navigazione interna lungo 110 metri, largo 11. Pesca al massimo 4 metri, viaggia con calma a una media di 6,7 nodi/ora. Venne costruito nel 2003 e “ringiovanito” nel 2012. Naviga per la compagnia statunitense Uniworld River, che ha sede a Los Angeles e che è dedita alle crociere fluviali. Il battello ferito offre al passeggero un buon livello di comfort: può ospitare 130 turisti in 61 stanze da 14 metri quadrati e in 4 suite da 25 mq. Ricevimento, bar, ristorante, negozi mobilitano uno staff composto da una quarantina di addetti.

Le acque interne italiane riservano periodiche sorprese a “River Countess”. Un paio di anni fa le capitò una cosa curiosa: il battello si inoltrò lungo il Po fino a Cremona, che è una delle basi della navigazione padana. Ma nell’inverno-primavera 2017 il livello del fiume era piuttosto basso e la “contessa” rimase intrappolata per un po’ di giorni negli insufficienti fondali della città lombarda. —

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