La riforma del commerciostop di Tondo al Pdl triestino

Il governatore richiama all’ordine i dissidenti sulle aperture domenicali: votate la legge
di Roberto Urizio
Il governatore Renzo Tondo
Il governatore Renzo Tondo
TRIESTE Renzo Tondo richiama all’ordine i consiglieri triestini del Pdl e li invita a votare la legge sul commercio che domani andrà all’esame deciviso del Consiglio regionale. Il presidente della Regione conferma d’aver contattato nei giorni scorsi i «dissidenti» in merito alle questione delle aperture domenicali che sta rischiando di spaccare la maggioranza. Nei corridoi consiliari si vocifera di una sonora lavata di capo da parte di Tondo. Ma il diretto interessato minimizza: «Non c’è bisogno di strigliate. Ho semplicemente sottolineato che i consiglieri triestini hanno già ottenuto alcuni risultati grazie alla loro determinazione e perseveranza».


Quali? Presto detto: la previsione di 29 aperture domenicali rispetto alle 20 previste nel programma e invocate da Lega e Udc, la liberalizzazione nei centri storici, la decisione sulle domeniche in cui tenere aperto affidata ai commercianti e non più alla conferenza dei sindaci. «Abbiamo cercato e, ritengo, trovato un equilibrio tra le diverse esigenze e sensibilità, e ciò inevitabilmente non fa felici tutti. Ma - conclude Tondo - sono fiducioso che alla fine ci sarà la massima estensione del consenso nei confronti di questa legge».


Dal canto loro i consiglieri giuliani sperano ancora di portare a casa qualcosa in più delle 29 domeniche aperte che spettano a tutti tranne a Grado, Lignano e ai centri storici, dove rimane la liberalizzazione totale. «Confidiamo di riuscire ad ottenere un risultato migliore di quello uscito dalla commissione» ribadisce Maurizio Bucci. Ma, in realtà, gli emendamenti proposti dal fronte triestino del Pdl non sembrano fare breccia tanto che, nel confronto di ieri pomeriggio tra il relatore di maggioranza Paolo Santin e l’assessore alle Attività produttive Luca Ciriani, hanno ottenuto parere contrario.


«I triestini avranno comunque la possibilità di fare la spesa ogni domenica» insiste Ciriani. Difficile che la riunione odierna di maggioranza a cui dovrebbe prendere parte anche Tondo faccia registrare un diverso atteggiamento nei confronti delle richieste dei triestini. L’emendamento che proponeva le «mezze domeniche» è stato cassato già ieri da Ciriani e Santin come quello che garantiva la possibilità di andare oltre le 29 aperture domenicali all’anno con una accordo tra categorie e sindacati che salvaguardasse il tetto di 25 domeniche lavorative per gli addetti.


«Un’opportunità che fa contenti tutti» sostiene Bucci. Ma l’emendamento, su cui la maggioranza non è d’accordo, potrebbe anche essere dichiarato inammissibile «in quanto – spiega Santin – la materia non è di competenza della Regione». I triestini dovranno quindi cercare la sponda dell’opposizione visto che tra gli emendamenti presentati (una sessantina in totale di cui buona parte relativi alle domeniche) ce ne sono alcuni del Pd che difendono la vocazione turistica di Trieste (e della montagna) e chiedono deroghe per le zone di confine.


I numeri non garantiscono ancora certezze sulla tenuta della maggioranza anche se la possibilità di un voto contrario da parte dei triestini del Pdl appare lontana: già si ipotizzano altre forme di dissenso come l’astensione o l’uscita dall’aula al momento del voto. La riunione di maggioranza di oggi dovrebbe chiarire il quadro in attesa del dibattito e del voto di domani.

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