La riforma degli enti locali non supera l'esame del Consiglio delle autonomie

A favore solo 10 dei 21 rappresentanti del Cal. Netta contrarietà dalle Province. Chiesta all'assessore Panontin una "pausa di riflessione"
La fascia da sindaco di un primo cittadino
La fascia da sindaco di un primo cittadino

Non passa al Consiglio delle autonomie locali l’intesa sul ddlr Panontin che disciplina il riordino degli enti locali. I voti a favore sono stati 10, un numero insufficiente per l’approvazione che prevedeva 12 pareri positivi. Su 21 presenti, da registrare 6 voti contrari e 5 astensioni.

Ad esprimere forti perplessità sul testo sino state in particolare le Province. "La giunta regionale tenga conto dell’indicazione degli enti locali che non hanno espresso l’intesa sul provvedimento” è stato il commento del presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini dopo la votazione. Fontanini ha anche invitato la giunta regionale ad approfondire gli aspetti del ddlr che trovano ostacoli sia nelle Province sia nei Comuni”.

Soddisfatto per l’esito della votazione Eligio Grizzo, vicepresidente della Provincia di Pordenone. “Il voto contrario di alcuni Comuni – ha affermato Grizzo – significa che il documento deve essere rivisto”. A rappresentare la Provincia di Gorizia, il presidente del Consiglio provinciale Gennaro Falanga. “Molti Comuni non hanno potuto svolgere una valutazione chiara sul documento perché è il testo stesso a non essere chiaro” ha commentato il presidente dell’assemblea provinciale isontina registrando che su molteplici lacune presenti nel ddlr e avanzate dalle Province non c’è stata risposta da parte dell’assessore regionale.

 “Il cuore delle attività delle Province – ha sottolineato per la Provincia di Trieste la presidente Maria Teresa Bassa Poropat – andrà alla Regione, un riconoscimento a funzioni importanti svolte dagli enti di area vasta e tutt’altro che marginali visto che ritornano alla Regione”. Un accentramento che però preoccupa la presidente Bassa Poropat in termini di qualità dei servizi erogati ai cittadini. “Sport e cultura, a esempio, non ha senso ritornino alla Regione. È una contraddizione: semmai devono andare alle Unioni o ai Comuni per una maggiore vicinanza al territorio”. “Vigileremo – ha concluso Bassa Poropat – affinché grazie all’Osservatorio sulla riforma annunciato dall’assessore Panontin,  vengono monitorati gli effetti del riordino e si possa aggiustare il tiro”.

 

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