La ricostruzione della Questura: ecco cosa è accaduto

TRIESTE - Trieste ferita. Trieste listata a lutto. Bandiere a mezz'asta su tutti gli edifici pubblici cittadini a cominciare dalla Questura dove in tarda mattinata si è tenuta una cerimonia alla presenza, fra gli altri, del Questore, Giuseppe Petronzi, dei tanti colleghi, di rappresentanti di tutte le Forze dell'ordine e di tanti cittadini per commemorare Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, i due agenti morti ieri in una sparatoria avvenuta per mano di Alejandro Augusto Stephan Meran.


LA CERIMONIA
Intorno alle 12.30 davanti alla Questura sono arrivate moto ed auto dei carabinieri, poi quelle della Guardia di Finanza, della Polizia penitenziaria e della Polizia locale. Tutti gli automezzi si sono schierati davanti al Teatro romano.
Lì a fianco all'ingresso della Questura c'erano erano ad attendere, disposti lungo l'edificio, i colleghi e i familiari delle due vittime. Il Questore a quel punto ha voluto stringere la mano ai tanti operatori delle forze di polizia e, una volta finito, sono state suonate le sirene. Dopo trenta secondi è scrosciato l'applauso della folla.
Gli altri corpi di polizia hanno allora deposto una corona di fiori nel famedio della Questura, accolti dal parroco della cappella civica del Comune di Trieste, don Stefano Canonico, che ha recitato una preghiera e parlato ai presenti per qualche istante. Al termine della cerimonia, il Questore Petronzi, commosso, si è intrattenuto con i parenti per qualche minuto. «Vogliamo giustizia», ha urlato una familiare delle vittime.
IL RICORDO
Una volta che le persone sono andate via, la Questura è stata aperta al pubblico e molte persone sono entrate per deporre un fiore o lasciare un messaggio. Già da questa notte e nel corso di tutta la giornata di sabato davanti alla questura di Trieste sono comparsi fiori, biglietti e ceri votivi, portati da anonimi cittadini profondamente commossi per quanto avvenuto ieri con l’uccisione di due giovani agenti. un pellegrinaggio che è proseguito per tutta la giornata.
UNA CITTA' IN LUTTO
Serrande abbassate dalle 12 alle 12:30 degli esercizi commerciali. In una città in cui dal 2 ottobre fervevano i preparativi in vista della grande festa della Barcolana, la regata più affollata del mondo che sarà disputata domenica 13 ottobre, è stato listato a lutto anche il simbolo dell'edizione 51: l'installazione a forma di sardone gigante e soprannominato "Alice". In segno di rispetto per le vittime e i loro familiari, la manifestazione ha scelto di sospendere tutte le attività previste per oggi.
LA RICOSTRUZIONE
Intanto la Questura ha ricostruito con esattezza quanto accaduto nella tragica giornata di venerdì, a partire dalla drammatica contabilità della sparatoria: due colpi di pistola per l’agente Pierluigi Rotta, colpito al lato sinistro del petto e all’addome; tre per l’agente scelto Matteo Demenego, sotto la clavicola sinistra, al fianco sinistro e alla schiena.
Tutto nasce venerdì mattina, da una circostanza "banale": una donna in scooter, a via Carducci, viene scaraventata a terra da un giovane di colore, che le ruba il mezzo.
Nel pomeriggio, alla Questura triestina giunge la telefonata di Carlysle Stephan Meran, che riferisce di aver appreso dal fratello Alejandro Augusto che è lui l’autore della rapina. Il dominicano si rende disponibile ad accompagnare gli operatori a casa del fratello per recuperare il mezzo, specificando che Alejandro Augusto soffre di disturbi psichici, pur non essendo allo stato seguito dai servizi di igiene mentale del capoluogo.

Due equipaggi in servizio di Volante e una pattuglia della Squadra Mobile si recano a casa del giovane, insieme a personale del 118. Alejandro è a casa, appare "collaborativo e pacato". Viene accompagnato in Questura insieme al fratello, a bordo di una vettura della Polizia.
Giunti all’interno dell’Ufficio Prevenzione Generale, l’autore della rapina chiede di andare in bagno, e riesce a sottrarre (con modalità non specificate nella lunga nota della Questura) la pistola d’ordinanza in dotazione all’agente Rotta, colpendolo con due spari. Sentito il frastuono, Demenego accorre per verificare cosa sta accadendo, venendo a sua volta colpito tre volte.
Nel caos che ne segue, Carlysle, il fratello maggiore, prima si barrica nell’Ufficio Prevenzione Generale, impaurito e sotto choc, addirittura sbarrando la porta con una scrivania. Poi, non sentendo più spari, fugge nei sotterranei della Questura, dove viene individuato e bloccato dagli agenti intervenuti.
Nel mentre l’omicida tenta di imboccare le scale di accesso ai piani superiori, ma viene fatto desistere dal personale presente negli uffici, a cui indirizza altri colpi senza causare feriti; poi cerca di guadagnare l’uscita dalla Questura attraversando l’atrio adiacente, con in mano entrambe le pistole d’ordinanza sottratte agli agenti, ed esplodendo ulteriori colpi di pistola all’indirizzo del personale in servizio al corpo di guardia, che risponde al fuoco.
È a questo punto che viene colpito alla mano sinistra un Assistente Capo in servizio alla P.A.S., il quale è attualmente ricoverato all’ospedale triestino in attesa di intervento chirurgico. Una volta fuori dall’edificio, il fuggitivo cerca prima di entrare in una volante parcheggiata in prossimità dell’ingresso di via di Tor Bandena, e poi, notando l’auto della Squadra Mobile, apre il fuoco verso il mezzo e all’indirizzo del personale, colpendo la portiera lato passeggero appena aperta.
Gli operatori rispondono al fuoco, colpendo l’uomo all’inguine, senza danneggiare parti vitali, riuscendo a renderlo inoffensivo ed a disarmarlo, e verificando che una delle pistole poco prima sottratte era aperta e col serbatoio vuoto, mentre l’altra aveva il cane armato.
Nel frattempo i sanitari del 118 intervenuti tentano invano di rianimare gli agenti colpiti e prestano soccorso al ferito.
LE INDAGINI
Alejandro Augusto Stephan Meran è ora accusato di omicidio plurimo e tentato omicidio nei confronti del piantone della Questura. Secondo quanto si è appreso, gli inquirenti ritengono che sussista il pericolo di fuga e di reiterazione di reato e per questo hanno chiesto la custodia cautelare in carcere, misura che il Gip dovrà convalidare o no una volta interrogato il giovane. L'uomo è attualmente ricoverato in Medicina D'Urgenza, in terapia farmacologica. Le sue condizioni sono stazionarie e non è in pericolo di vita. Il paziente è costantemente piantonato dalle forze dell'ordine.
Intanto nell'ambito delle indagini sulla sparatoria, sono state sequestrate le fondine delle due vittime per verificarne l'integrità. Da una prima analisi non risulterebbero danni da comprometterne la funzionalità. "Non solo sono state sequestrate le fondine ma anche le armi di tutti i poliziotti. Oggi la Squadra Mobile sta facendo tutte le indagini del caso sotto coordinamento autorità giudiziaria. Stiamo seguendo i poliziotti sotto il profilo psicologico, come potete immaginare è una giornata provante per le persone coinvolte". Lo ha detto stamani il questore di Trieste, Giuseppe Petronzi.
L'AGENTE FERITO
Si trova ancora in ospedale anche il poliziotto ferito durante la sparatoria. L'agente è stato operato in serata alla mano sinistra ed è attualmente ricoverato nel Reparto di ortopedia . Le sue condizioni di salute sono buone.
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