La relazione tra il prof e l’allieva: arrestato mentre erano insieme

MONFALCONE L’arresto è stato eseguito dalla Polizia giudiziaria in flagranza di reato. Il professore di scuola media era dunque assieme alla ragazzina, di quindici anni.
La misura cautelare dei domiciliari nei confronti dell’insegnante che lavora in una scuola del Monfalconese è scaturita alcuni giorni fa. Seguita dall’udienza nella quale il giudice ha convalidato l’arresto per poi rimettere in libertà l’uomo disponendo il divieto di avvicinamento e di comunicazione con la minore, il solo obbligo pertanto a carico dell’insegnante. L’accusa che viene contestata dalla Procura della Repubblica di Gorizia è quella in ordine ad «atti sessuali con minorenni», reato disciplinato dall’articolo 609 quater. Reato, quindi, che esclude la violenza sessuale, e fa riferimento alla fascia di età compresa tra i quattordici e i sedici anni. È in questi termini che sono stati collocati i fatti: oltre la Procura non si è spinta, in particolare proprio per evidenti ragioni di tutela della minore coinvolta nella vicenda.
E se la relazione tra il docente e la ragazzina è stata “inquadrata” nell’ambito di questa fascia d’età, la studentessa non frequenta più la scuola secondaria di primo grado. Nello specifico contesto l’elemento aggravante è il ruolo rappresentato dall’uomo, ossia la professione di insegnante al quale vengono assegnati gli alunni minorenni. La relazione tra il professore e la ragazzina era in corso. Un rapporto consensuale. I carabinieri da qualche mese, a seguito di una segnalazione, stavano monitorando la situazione, fino al momento utile per intervenire in flagranza del reato.
Il procuratore capo Massimo Lia ieri si è limitato alle spiegazioni essenziali sulla delicata vicenda, trattando esclusivamente gli aspetti giuridici dell’indagine condotta dai carabinieri e coordinata dal sostituto procuratore Ilaria Iozzi. Riserbo sulle circostanze specifiche, non si è entrati nel merito dell’attività inquirente, tenendo conto dell’età della ragazza. Nessun particolare, “secretata” anche l’identità dell’insegnante, che potrebbe peraltro essere riconducibile in qualche modo alla stessa minore. Siamo nella fase in cui come detto il professore è indagato e obbligato a non avvicinarsi, né a comunicare in alcun modo con la studentessa.
Il procuratore capo Lia ha osservato: «L’indagine risale a un periodo recente e l’arresto ai domiciliari è avvenuto in flagranza di reato. Attualmente per la persona indagata vige il divieto di avvicinamento e di comunicazione con la persona offesa». Ha voluto esplicitare: «Si procede per il reato di atti sessuali con soggetto minorenne. La fascia d’età è quella tra i quattordici e i sedici anni. Tra l’agente e la minore intercorrono rapporti particolari. La natura è consensuale».
Lia ha citato l’articolo 609 quater del Codice penale, contestato in questo caso, e sanziona penalmente gli atti sessuali consensuali con soggetto minorenne: «Se si tratta di un minore di quattordici anni, la condotta è sempre punita a prescindere dai rapporti esistenti tra l’agente e la parte offesa (articolo 609 quater comma 1 numero 1); se il minore ha compiuto i quattordici anni, ma non i sedici (è il caso in questione), la condotta è punita solo se tra l’agente e la parte offesa intercorrono i rapporti indicati al comma 1 numero 2 dell’articolo 609 quater». Dunque in relazione alla vicenda monfalconese, il minore è affidato all’adulto per ragioni di istruzione. Precisa è pertanto la demarcazione dei quattordici. In linea generale, infatti, al di sotto dei quattordici anni siamo di fronte ad un reato di violenza sessuale, a prescindere dai rapporti instaurati, in virtù del condizionamento da parte dell’adulto.—
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