«La Regione taglia la città della scienza»

Dopo il caso Fest il Pd attacca: affossati i collegi universitari e il museo di Campo Marzio
di Matteo Unterweger
«L’attuale amministrazione regionale sta distruggendo una risorsa fondamentale per Trieste come la scienza». È questa, in sintesi, la pesante accusa che il Pd muove al presidente della Regione Renzo Tondo e alla sua giunta di centrodestra.


Una stilettata che arriva fra le righe e si fonda su quattro punti cardine. Primo fra tutti, «l’abolizione di un evento del calibro di Fest (la Fiera internazionale dell’editoria scientifica triestina, ndr), cui per il 2008 l’amministrazione precedente aveva garantito 600mila euro e per la quale non sono più previsti contributi», come spiega il segretario provinciale del Partito Democratico, Roberto Cosolini, assessore regionale al Lavoro, ricerca e università durante l’era Illy.


È ancora lui a completare il quadro: «E poi la mancata prosecuzione del progetto dei collegi universitari a San Giovanni dopo il finanziamento di partenza da 8 milioni e 400mila euro deciso dalla giunta Illy». Ma l’affondo di Cosolini non si ferma qui: «Non sappiamo poi che fine faranno i tre milioni di euro che avrebbero dovuto essere destinati alla creazione della struttura espositiva museale della scienza in Campo Marzio. Infine, è stata accantonata la proposta di potenziare il numero e gli importi delle borse di studio per i dottorandi di ricerca attraverso il Fondo sociale europeo. Il legame fra lo stesso Fse e l’università è stato interrotto». Quest’ultimo progetto prevedeva un supporto finanziario da parte della Regione pari a 18 milioni di euro, da distribuire nell’arco di un triennio (6 milioni all’anno) fra gli atenei di Trieste e di Udine.


Nell’ambito del seminario organizzato sul tema ieri alla Stazione Marittima (a cui hanno presenziato anche il segretario regionale del Pd Bruno Zvech e alcuni esponenti del mondo scientifico e della ricerca locale), Cosolini ha lanciato un autentico grido d’allarme sulle conseguenze che potrebbe avere questa situazione. «Si tratta di casi differenti fra loro, ma che possono essere accomunati dal punto di vista di una strategia integrata - ha aggiunto il rappresentante del Pd -. Pensiamo a tutte le ricadute positive per la città garantite dal mondo scientifico: conoscenza, cultura, relazioni internazionali importantissime per Trieste, sbocchi lavorativi per i giovani e anche richiamo turistico. Il taglio al progetto dei collegi, poi, impedirà all’Università triestina di avere un mezzo ulteriore per attrarre studenti dal sud-est europeo».


«Il presidente Tondo ha detto che, parlando con alcuni consiglieri regionali, si è accorto del fatto che non sapessero cosa fosse Fest. Io credo invece che fosse lui a non saperlo e poi l’abbia in qualche modo trasferito anche agli altri. Stiamo parlando di un evento che, già per il 2009, qualche altra città potrebbe rubarci e farlo proprio. Si parla tanto di investimenti mirati, senza distribuzioni a pioggia, ma poi non si sostengono manifestazioni di qualità perché, si dice, costano troppo. Non sono valutazioni meritocratiche», attacca Cosolini, che poi lancia un appello alla città: «Quello a cui ci troviamo davanti è un grande problema, con Trieste penalizzata in una delle sue vocazioni principali. Dobbiamo capire come può rispondere la città stessa, magari con nuovi progetti che si basino sempre sul binomio conoscenza e mare».


Non nasconde la propria preoccupazione nemmeno Francesco Russo, esponente del Pd e vicepresidente dell’Area di ricerca: «È grave che vengano sottratti dei fondi alla conoscenza. Ed è un peccato che eventi di rilievo nazionale e internazionale come Fest vengano dispersi. Non comprendiamo la strategia della Regione, che invece dovrebbe muoversi per creare collaborazioni non sempre facili fra i diversi enti. Ci vuole più coraggio di lavorare assieme: l’Università di Trieste, quella di Udine e i parchi scientifici sono chiamati a operare in sinergia».

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