La Regione taglia i finanziamenti. Associazioni degli esuli in allarme

Giù i fondi del 13,5%. Si spera in un conguaglio con l’assestamento di bilancio. Ma c’è già chi reclama un dietrofront
Lasorte Trieste 08/02/08 - Foiba di Basovizza - Presentazione Nuovo Centro di Documentazione
Lasorte Trieste 08/02/08 - Foiba di Basovizza - Presentazione Nuovo Centro di Documentazione

TRIESTE Un calo complessivo da 50 mila euro nel riparto dei fondi regionali dedicati alle associazioni degli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia. È il dato che per primo salta agli occhi nell’osservare la tabella dei finanziamenti della Regione, che passano dai circa 370 mila euro dello scorso anno ai circa 320 mila del 2019, per un taglio attorno al 13,5%. Anche se la speranza delle associazioni è che l’ammanco venga colmato in sede di assestamento di bilancio, possibilità fatta balenare da piazza Unità.

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Commenta così il presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Renzo Codarin: «La Regione ha applicato un calo “orizzontale”, per così dire, riducendo del 10- 15% l’importo dei finanziamenti per ogni associazione in proporzione. Ma il taglio è stato effettuato con l’impegno di recuperare in sede di assestamento di bilancio». Aggiunge ancora Codarin: «I fondi della Regione sono quelli che ci vengono impartiti con regolarità. I finanziamenti nazionali sono più voluminosi ma il loro arrivo non è mai garantito. Stiamo ancora aspettando gli acconti dei progetti del 2014».

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Il presidente dell’Unione degli istriani Massimiliano Lacota non entra, al momento, nella questione: «Mi risulta che ci sia un taglio ma non è una questione che ho approfondito con le istituzioni, anche se mi riprometto di farlo. So che ci sono diversi scontenti».

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Scontento è di certo David Di Paoli Paulovich, presidente dell’Associazione delle Comunità istriane: «La ripartizione desta molte perplessità - commenta -. La nostra è un’associazione che ha avuto di recente la Civica Benemerenza del Comune di Trieste, che può vantare al suo attivo una serie di iniziative ampia e variegata per contenuti e partecipazione. Soprattutto se confrontata ad altre. La Regione dovrebbe riflettere meglio sulle proprie scelte».

Così invece il presidente della Fondazione Rustia Traine e del Libero Comune di Zara in Esilio Renzo de’ Vidovich: «Operazioni di questo genere sono avvenute di frequente anche in anni passati, di solito vi pongono rimedio in sede di assestamento. D’altra parte a noi non potrebbero dare di meno. Vedremo se le cose miglioreranno con la seconda ripartizione».

L’assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli ribatte che il prossimo anno ci sarà una revisione del regolamento: «Quel che va rivisto è il regolamento - afferma -. Non si possono più prendere in considerazione associazioni con tre iscritti o poco più. I fondi devono andare a realtà effettivamente esistenti e attive».

Chiosa l’assessore: «Io non sono triestina e per questo motivo chiederò aiuto ai consiglieri e ai tecnici locali per elaborare un meccanismo più equilibrato». —


 

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