«La Regione sostenga la Casa del parto»
Che avesse sepolto l’ascia di guerra lo si era capito già durante la conferenza stampa dedicata ai progetti del Gect e della “Casa del parto” in particolare. Il sindaco Romoli, convinto che con la contrapposizione non si va da nessuna parte, ha cercato anche in questa occasione sostegno ai progetti portati avanti dal Gruppo europeo di cooperazione territoriale.
Dopo l’apertura dei lavori affidata al coordinatore della commissione Celestino Turco, è stato infatti il primo cittadino a prendere la parola. E ha lanciato un messaggio forte e chiaro. «La seduta precedente è coincisa - le sue parole - con il momento della rabbia per la chiusura del Punto nascita. La città ha sofferto per questa decisione. Ma ritengo che oggi bisogna dire basta alle recriminazioni e lavorare a braccetto per la Casa del parto. Su questo tema ci può essere una ripartenza di fiducia. Lo so che a qualcuno questo ragionamento potrebbe sembrare arrendevole ma sono una persona ragionevole». Dichiarazioni che devono essere andate di traverso a più di qualche componente del comitato “Voglio nascere a Gorizia” che rumoreggiava fra il pubblico. La risposta? Beh, la Serracchiani ha evidenziato che sicuramente la Regione darà una mano al Gect e lo ha anche dimostrato mettendo a sua disposizione personale regionale. «Ma bisognerà trovare i soldi», le sue parole che, a più di qualcuno, non sono sembrate manifestare una grande convinzione nei confronti della Casa del parto.
«Ma per noi quel progetto è importantissimo - ha rimarcato il sindaco al termine della seduta della commissione -. Ed è fondamentale l’appoggio della Regione». Anche perché, e lo ha evidenziato con chiarezza il vicesindaco Sartori nei giorni scorsi, «le progettualità in ambito sanitario presentate dal Gect rispondono perfettamente all'articolo 16 della riforma sanitaria regionale che incentiva - la spiegazione di Sartori - lo sviluppo della cooperazione transfrontaliera in ambito sanitario. Tutti i passi tecnici e politici di nostra competenza sono stati fatti. A questo punto, è necessario che la Regione porti al tavolo della task force Italia-Slovenia i progetti e li inserisca nel Programma operativo in fase di discussione». (fra.fa.)
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