La Regione soccorre chiese e parrocchie

Siglato il protocollo che libera 1,3 milioni per gli interventi più urgenti agli edifici di culto. Santoro: «Addio poste puntuali»
La Chiesa Beata Vergine delle Grazie, a Trieste
La Chiesa Beata Vergine delle Grazie, a Trieste

Arrivano i primi, agognati fondi per ristrutturare le chiese del Friuli Venezia Giulia. La Regione ha stanziato 1,3 milioni di euro per l’intero territorio. E proprio ieri l’assessore ai Lavori pubblici Mariagrazia Santoro ha firmato il protocollo d’intesa sulle modalità di riparto con le autorità religiose cattoliche: il 46% delle risorse va all’arcidiocesi di Udine, il 26% alla diocesi di Concordia-Pordenone, il 13% a quella di Trieste e il 12% a quella di Gorizia. In tutto, come spiega Santoro, vengono finanziate 13 domande di contributo: 6 nella diocesi di Concordia-Pordenone e 2 ciascuna nelle altre tre. La tredicesima domanda accolta, in virtù di un accordo tra le confessioni minori, finanzia con 39mila euro un restauro nella chiesa serbo-ortodossa di San Spiridione.

Ma i fondi sono solo una goccia nel mare, se si pensa che il fabbisogno della sola diocesi di Trieste ammonta a ben 14 milioni. Stando alle stime, da Udine, Gorizia e Pordenone le cifre potrebbero raggiungere ordini di grandezza simili, senza contare le altre confessioni religiose.

In attesa di miracoli, sia chiaro, la Regione mette subito a disposizione quanto può. La somma è stata ripartita dal Consiglio regionale in assestamento di bilancio su pressing del forzista Bruno Marini che, nella Finanziaria di dicembre, aveva già provato il blitz con un emendamento da 800mila euro per foraggiare la legge di settore. Tentativo fallito in tempi di vacche magre, così come con la posta di 450mila euro richiesta assieme a Roberto Dipiazza (Ar) per sistemare la facciata retrostante di Sant’Antonio a Trieste. La mossa sapeva di emendamento “puntuale”, con nome e cognome, fumo negli occhi per la giunta Serracchiani intenzionata a dare una svolta al vecchio e spesso abusato sistema di finanziamenti a pioggia.

Gli investimenti per i luoghi di culto sono stati dunque inseriti nella manovra estiva. La posta di 1,3 milioni di euro, seppur insufficiente, consentirà di dare ossigeno all’edilizia, «settore fortemente provato dalla crisi e che quindi può fare da volano per l’economia del territorio in fatto di posti di lavoro, diretto ed indotto», osserva ancora Santoro. «Questo canale da quest’anno è diventato l’unico con cui le autorità religiose possono attingere a contributi regionali – spiega l’assessore regionale – creando così un contenitore che si differenzia dai contributi puntuali». Sarà la commissione di valutazione a indicare quindi quali sono i cantieri più urgenti da cui cominciare.

L’obiettivo, stando alle intenzioni, è evitare la “polverizzazione di finanziamenti” in Friuli Venezia Giulia; d’ora in poi non saranno più le singole parrocchie, bensì le diocesi, a bussare alle porte della Regione. Spetterà a loro fare sintesi del fabbisogno e presentare la lista degli interventi necessari. «Il fine – ribadisce l’assessore – è quello di riuscire ad ottimizzare le risorse che potranno esser assegnate ai sensi della legge regionale, coinvolgendo attivamente in prima persona le autorità di riferimento sul territorio regionale». I fondi, che vanno impiegati entro il 2014, saranno erogati nelle prossime settimane. «Il problema – conferma l’esponente della giunta – è che la richiesta è molto elevata, per questo dobbiamo muoverci con le priorità». La Regione, stabiliti i criteri e le chiese da sostenere, finanzierà ogni singolo intervento per intero: non è dunque richiesta la compartecipazione delle parrocchie. «Il problema della ristrutturazione delle chiese è molto sentito – riflette Santoro – è per questo che la giunta ha deciso di ridisegnare il tutto all’interno di una programmazione specifica». Non più fondi ad personam «ma una strategia di riqualificazione complessiva». Anche perché «nelle parrocchie è in corso un grande dinamismo e ridefinizione di spazi e strutture, ecco perché è importante seguire la programmazione delle diocesi».

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