La Regione: «Si riapra il Duca d’Aosta»
Nella controversa questione della chiusura dell’aeroporto “Duca d’Aosta” scende in campo la Regione. E lo fa con una certa determinazione che fa ben sperare.
L’assessore regionale alle Infrastrutture Maria Grazia Santoro ha, infatti, scritto una lettera al direttore aeroportuale Nordest dell’Enac Roberta Carli in merito alla questione. E ha espresso «la forte preoccupazione del territorio, degli enti locali interessati e della Regione». Per questo, Santoro chiede al dirigente dell’Enac di «poter comprendere in dettaglio le motivazioni che hanno portato ad un provvedimento così drastico senza interporre gli opportuni tempi e incontri che avrebbero potuto individuare un percorso condiviso alla risoluzione dei problemi presenti». Santoro propone che l’aeroporto sia riaperto e che sia consentito «a tutte le istituzioni ed enti coinvolti di partecipare ad un tavolo di confronto per affrontare le problematiche presenti individuando un percorso graduale di risoluzione compatibile con il contestuale svolgimento delle attività ordinarie dell’area aeroportuale». Nella lettera inviata all’Enac l’assessore Santoro ha segnalato inoltre come le attività imprenditoriali previste in zona, unitamente alla volontà di uno sviluppo più complessivo dell’area aeroportuale, costituiscano parte del rilancio della città di Gorizia: «Ciò impone a tutte le istituzioni - osserva l’assessore regionale - di usare prudenza nell’assumere decisioni che, scoraggiando possibili investitori, possano direttamente o indirettamente danneggiare interi territori». «La Regione cerca dunque una possibile mediazione che consenta contestualmente lo svolgimento delle principali attività proprie dell’aeroporto con gli interventi atti a garantire la sicurezza del volo e delle persone», conclude l’assessore Santoro.
Intanto, si moltiplicano le reazioni. Oggi prende posizione la capogruppo del M5S Manuela Botteghi. «A quanto pare, corriamo e facciamo attività sopra le bombe da più di 50 anni... Ma raccontatecene un’altra. C’è qualcosa che non quadra», allarga le braccia l’esponente grillina. Che ribadisce: «Quando la Regione “regalò” al Comune la Società aereoporto Duca d’Aosta (visto che era in perdita da oltre due esercizi), noi non fummo particolarmente entusiasti di questo dono, nel quale intravedevamo molti pericoli, primo tra tutti quello di dover mettere mano al nostro portafogli per ripianare ulteriori perdite. Poi, la società fu trasformata in consorzio proprio per risparmiare sull’affitto preteso da Enac, ente che oggi ci presenta il conto che sappiamo. Verrebbe da dire il solito “niente di nuovo sotto il sole”, visto che sono decenni che là non si muove foglia grazie all’immobilismo della Regione e degli altri soci, allora di minoranza, che si sono trastullati tra il nulla e progetti faraonici più o meno interessanti. Il minimo passo, appena svegli, sarebbe magari quello di convocare la competente commissione consiliare visto che il Comune di Gorizia è socio di maggioranza».
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