La Regione scommette sull’Ezit trainato dall’Autorità portuale
«Sono convinto che l’Autorità portuale debba avere un ruolo forte nel futuro dell’ex Ezit. Logistica, punti franchi, aree contigue a quelle dello scalo marittimo: le vecchie discordie tra gestioni amministrative diverse non possono riproporsi, bisogna trovare nuove soluzioni che agevolino la convergenza degli interessi economici».
Sergio Bolzonello, vicepresidente della Regione Fvg con la delega alle Attività produttive, ritiene di avere le idee sufficientemente chiare sull’organismo che prenderà il posto del vetusto e liquidando Ezit: l’Autorità portuale (Ap), retta dal commissario straordinario Zeno D’Agostino, sarà coinvolta nella conduzione di una zona industriale che in pratica confina con le banchine e che con le banchine deve imparare a convivere.
Sulla trattazione delle forme giuridiche, attraverso le quali traghettare il “testamento Ezit” verso gli eredi, Bolzonello non vuole soffermarsi, tempo al tempo. Intanto, durante l’estate che - come cantavano i Righeira - sta finendo, ha svolto un fitto lavorio di diplomazia istituzionale per capire se la connessione tra porto e immediato hinterland potesse trovare accoglienti sponde.
La missione è riuscita. Ha saggiato l’umore del neo-sindaco Dipiazza, il quale aveva in precedenza oscillato tra una posizione favorevole alla liquidazione dell’Ezit e una posizione invece critica nei confronti della scelta regionale di affondare il Leviatano creato dal Gma: il primo cittadino avrebbe dato “disco verde” all’idea di un “espansionismo” portuale pilotato. Stesso discorso con il presidente di Confindustria Venezia Giulia, Sergio Razeto, dal quale è arrivato analogo gradimento.
L’interlocutore più importante nell’architettura bolzonelliana restava ovviamente il temporaneo inquilino dell’Ap, D’Agostino, il quale si è sempre dichiarato favorevole a una “polifunzionalità” portuale, tesa non solo al transito delle merci, ma soprattutto al loro destino logistico-manifatturiero, in quanto capace di generare occupazione. D’Agostino avrebbe chiesto il time out per rifletterci, poi anche lui avrebbe risposto in modo favorevole a Bolzonello.
A questo punto cade la domanda immancabile: tempi e modi. Sui tempi Bolzonello inclina alla celerità: rivedrà nel giro di pochi giorni il commissario D’Agostino e con lui cercherà di chiudere l’ampio cerchio di alleanze e disponibilità. Dalle intenzioni dell’Ap discenderà l’opzione modale: cioè - ha fatto capire il vicepresidente regionale - tutto dipenderà se l’Ap vorrà assumersi la maggioritaria responsabilità del liquidando Ezit o se invece preferirà una posizione più defilata di partecipante - ma non di leader - del futuro assetto della Zona industriale. Sui passaggi procedural-istituzionali Bolzonello si è tenuto lasco.
L’ex sindaco di Pordenone ha ritenuto di navigare lungo una sua rotta, non essendo stato convinto dal progetto “Ezit2” che gli aveva presentato Roberto Cosolini alcune settimane prima del fatale voto di giugno. In particolare, a Bolzonello non sarebbero andate a genio un paio di cose: “Ezit2”partiva da presupposti datati che avrebbero rimestato lo stesso rancio dell’ex Gma e presupponeva una sovvenzione di un milione per il mantenimento della struttura che sarebbe andato n’coppa alla Regione. Risultato: pollice verso.
magr
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