La Regione “scippa” i fondi per i rifugiati e li sposta su progetti riservati a italiani
TRIESTE La Regione al traino del Carroccio scrive un nuovo capitolo del suo approccio “prima gli italiani” e sposta 171 mila euro da progetti per i richiedenti asilo nel Comune di Trieste a borse lavoro «per residenti sul territorio da almeno 5 anni». A rivendicarlo c’è l’assessore alle Autonomie locali Fvg, il leghista Pierpaolo Roberti. Anche se l’assessore al Welfare triestino, Carlo Grilli, oltre a dirsi «molto soddisfatto», aggiunge che altrettanti fondi di provenienza ministeriale verranno investiti nel programma di integrazione per gli stranieri. Il presidente di Ics Gianfranco Schiavone, nel frattempo, denuncia «il bando assurdo» del Comune che ha consentito la riallocazione dei fondi.
Andiamo con ordine. Il provvedimento riguarda il finanziamento di 171 mila euro al Comune di Trieste che, in origine, era destinato a progetti per richiedenti asilo ed ora verrà utilizzato per borse lavoro a favore di residenti sul territorio regionale da almeno un lustro. La riallocazione dei fondi arriva dopo che una prima gara (un progetto di volontariato sociale per richiedenti asilo) è andata deserta. Secondo il Comune per il poco tempo disponibile, secondo Ics per l’inadeguatezza del bando.
Dice Roberti: «È un segnale importante che va in un’ottica di razionalizzazione delle risorse che devono sostenere e favorire le comunità locali. Nel programma immigrazione 2017, infatti, c’era un capitolo che riservava 400 mila euro ai 4 Comuni capoluogo per progetti macro inerenti i richiedenti asilo che sarebbero dovuti essere conclusi entro lo scorso giugno e, invece, all’atto del nostro insediamento nemmeno erano iniziati». Aggiunge ancora: «Il Comune di Trieste ha chiesto una proroga che, in accordo con l’assessore a Servizi e politiche sociali, Carlo Grilli, abbiamo vincolato all’utilizzo attualmente previsto e così». Roberti si dice pronto a fare lo stesso con Udine, Pordenone e Gorizia per gli oltre 200mila euro rimanenti.
Commenta l’assessore triestino Grilli: «Siamo soddisfatti. Quei fondi erano dedicati a un percorso di inclusione. Noi avevamo inventato un corso di formazione che includesse sia richiedenti asilo che italiani. Una formula innovativa. I tempi per la predisposizione del bando, però, erano troppo stretti e ci avevano chiesto di prorogare». Quando è cambiata l’amministrazione, prosegue, «Roberti ha proposto di mettere i fondi regionali solo per gli italiani». La cosa, aggiunge, non si chiede qui: «Utilizzeremo i fondi ministeriali per fare comunque il progetto di inclusione, che si affiancherà a quello per italiani. Faremo quindi un corso più grande, con i fondi regionali per i residenti e altrettanti fondi ministeriali per i richiedenti. Tutto ciò rientra nella nostra linea, basata sul favorire l’impiego di fondi in progetti di formazione e lavoro piuttosto che in contributi fini a sé stessi».
Dice il presidente di Ics Schiavone: «Regione e Comune vogliono far passare il messaggio che i fondi sono stati riallocati perché le associazioni non hanno partecipato al primo bando, quello per il volontariato attivo». Secondo Schiavone non è così: «Era il bando a essere assurdo. Quando si fanno progetti del genere, si fa sempre una co-progettazione, ovvero si discute cosa si fa e come la si fa. Non a caso questo è il primo anno in cui quei fondi non sono stati impiegati per il progetto». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo