La Regione regala all’Ater 54 appartamenti dell’Ezit

In “dote” un patrimonio immobiliare del valore superiore ai tre milioni di euro. Nell’elenco edifici costruiti negli anni Sessanta in via Grego, Rosani e Forti
Lasorte Trieste 17/11/17 - EZIT, Borgo S.Sergio, Via Grego 3
Lasorte Trieste 17/11/17 - EZIT, Borgo S.Sergio, Via Grego 3

Una triplice alleanza stipulata per evitare che la proprietà immobiliare Ezit non vada venduta (come sta avvenendo con il resto del patrimonio) e che invece sia trasferita all’Ater.

Una proprietà immobiliare anzianotta, realizzata in gran parte a Borgo San Sergio tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’60, con una dichiarata finalità sociale, che consisteva nel creare alloggi per le famiglie dei lavoratori della periferia industriale. Al netto di 20 appartamenti che hanno trovato un compratore, sono 54 gli enti che rimangono a disposizione del liquidando Ezit, di cui 46 affittati e 8 vuoti. La stima periziale sfiora i 3,1 milioni di euro, per un valore medio di quasi 55 mila euro ad appartamento. Da questi cespiti il commissario Paolo Marchesi incassa complessivamente poco più di 160 mila euro di canoni all’anno, con una media di circa 3500 euro a ente. Affitti dosati su un’utenza composta soprattutto da lavoratori dipendenti e da pensionati.

Se gli immobili fossero passati di mano a qualche società interessata a differenti destinazioni rispetto all’attuale, poichè numerosi inquilini non sarebbero riusciti a esercitare il diritto di prelazione, era da mettersi in preventivo un’ondata di sfratti. Il futuro dei condomini situati in via Rosani, in via Benussi, in via Grego, in via Forti rischiava così di diventare un problema sociale.

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Un cantiere edile (Foto Franco Silvi, Archivio ansa.it)


Il lungo negoziato tessuto tra Regione, Ezit, Ater ha inteso salvaguardare il connotato sociale di questi immobili Ezit. E ha ottenuto il suo coronamento normativo con la legge 37/2017, che nell’articolo 2 dedica quattro commi (n.12,13,14,15) alla questione. L’ordito del provvedimento si articola in due fasi. Nella prima, a rapida scadenza di 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, gli immobili residenziali Ezit sono affidati in gestione all’Ater «al fine di mantenere la destinazione locatizia in essere», previa stipula di una convenzione tra i due enti coinvolti. La seconda fase prevede che, al termine della procedura di liquidazione Ezit, questo patrimonio immobiliare transiti gratuitamente all’Ater «mediante verbale di consegna» sottoscritto dal commissario dell’Ezit e dal legale rappresentante dell’Agenzia territoriale.

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Ovviamente, soddisfazione tripartita. Contento Marchesi, perchè ha incassato tutto quello che poteva dai cespiti industriali dell’Ezit, ma ha sottratto alle aste gli appartamenti dalle evidenti caratteristiche di edilizia popolare. Lo ha potuto fare - spiega - perchè è riuscito a estinguere il mutuo di 2 milioni, che era stato acceso con la Bcc di Staranzano, cancellando così le ipoteche gravanti sugli immobili. E il comma 52 dello stesso articolo 2 della legge proroga il commissariamento Ezit fino al 30 giugno 2018: consentirà a Marchesi di chiudere la liquidazione con un probabile attivo (chissà chi lo incasserà...), dal momento che al pareggio debitorio mancano solo 1,5 milioni e ci sono interessanti vendite ancora in piedi (ex Olcese, ex Duke).

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BRUNI TRIESTE 29 12 05 ATER,UFFICI

Contento Antonio Ius, direttore dell’Ater triestina, che ritiene il risultato «socialmente buono e utile», in quanto ha confermato il regime locativo dei condomini. Dal punto di vista storico, rappresenta un esempio «più unico che raro» di passaggio proprietario da un istituto industriale (non demanio e/o enti locali, per intenderci) a un gestore residenziale pubblico. Ius provvederà a un primo programma di interventi manutentivi negli appartamenti sfitti.

Contento il legislatore, ovvero il vicepresidente e assessore alle Attività Produttive Sergio Bolzonello. «Abbiamo condotto a termine questa operazione - scrive in una dichiarazione - per salvare dalla liquidazione le abitazioni ed evitare di esporre i locatari al rischio di eventuali altre offerte». «Ponendo queste abitazioni sotto la complessiva salvaguardia dell’Ater - prosegue Bolzonello - tuteliamo chi già vive in questi condomini, nel contesto di un ente che si occupa specificamente di edilizia popolare».

 

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