La regione più ricca di centri commerciali

Il Friuli Venezia Giulia si aggiudica il primato nazionale. Udine e Gorizia “oro” e “argento” nella classifica delle province
L'esterno dello Shopping center Tiare dell'Ikea a Villesse
L'esterno dello Shopping center Tiare dell'Ikea a Villesse

TRIESTE Il Friuli Venezia Giulia è la prima regione in Italia per proporzione fra centri commerciali e residenti. Ogni mille abitanti ci sono infatti 687 metri quadrati di centri di grande distribuzione dove fare incetta di beni di ogni genere. La media italiana si arresta a 372 metri quadrati.

Sono stati gli ultimi dieci anni a registrare una dinamica espansiva che ha portato la regione a questo risultato: l’ultimo sorpasso è avvenuto nel 2014 a spese della Val d’Aosta, oggi seconda con 635 metri quadrati, davanti all’Umbria con 566 e al Veneto con 533. Fanalino di coda per la Campania, ultima con i suoi 216 merti.

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Il primato è dovuto in particolare a Udine e Gorizia, prime città italiane per superfici di vendita, secondo le elaborazioni di Ires Fvg, basate sui dati dell’Osservatorio nazionale del commercio del ministero dell’Economia. Nel 2015 il capoluogo friulano supera infatti gli 800 metri quadrati per mille abitanti, mentre Gorizia è al secondo posto nazionale con 762. Più staccate Pordenone e Trieste, rispettivamente ottava e trentottesima, con 634 e 454 metri quadrati.

La grande distribuzione tira in tutto il Nordest, se si considera che fra la quindicesima e la ventiduesima posizione si collocano Verona, Venezia, Treviso, Vicenza e Rovigo. Il Friuli Venezia Giulia totalizza per l’esattezza 843.297 metri quadrati di superficie di vendita della grande distribuzione. In dieci anni la crescita è di oltre 278mila metri: l’aumento corrisponde a un +49,3%, contro il 46,8% della media del Nordest. I tassi di incremento nel decennio vedono Pordenone ingrandire gli spazi del 57,9% e Gorizia del 56,7%, quest’ultima grazie alla recente apertura di realtà come Ikea e Tiare Shopping. Udine si attesta sul +48,3% e Trieste sul +33%: il capoluogo giuliano è dunque ultimo in regione sia a livello quantitativo che per tassi di sviluppo del settore.

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Secondo la ricerca, Trieste è penalizzata soprattutto dai limiti di estensione del suo territorio e dall’elevato invecchiamento della popolazione, «che implica una minore propensione sia ai consumi sia agli spostamenti delle persone anziane, maggiormente legate ai piccoli negozi di prossimità».

Un risultato in palese controtendenza con il quadro complessivo del Friuli Venezia Giulia che l’anno scorso si è piazzato al primo posto nazionale per quanto riguarda l’incidenza del valore delle vendite della grande distribuzione: il 55% del totale del commercio, contro una media italiana del 43,3%. Numeri che arrivano all’82,3% per quanto riguarda gli acquisti di generi alimentari e che rappresentano il 31,1% del comparto non alimentare.

La crescita è ovviamente anche di personale. Oggi gli addetti della grande distribuzione sono quasi 12mila, con una predominanza di donne, il 68% del totale. L’aumento dal 2005 è di poco meno di 3mila unità: un +32,8%.

Lo sviluppo occupazionale è soprattutto negli ipermercati e nelle grandi superfici specializzate: i primi sono gli esercizi al dettaglio superiori ai 2.500 metri quadrati dove si vendono sia alimentari che oggetti, mentre i secondi sono rappresentati dalle catene di articoli da ferramenta, sport ecc. Restano al palo grandi magazzini e minimercati, rispettivamente gli esercizi operanti nel campo non alimentare sopra i 400 metri quadrati e quelli del campo alimentare con superfici fra 200 e 399 metri quadrati.

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L’andamento fotografa d’altronde la crescita delle diverse tipologie di grande distribuzione: se nell’ultimo decennio gli ipermercati aumentano del 76% e le grandi superfici specializzate del 66,7%, i grandi magazzini e i minimercati misurano un più ridotto 16% di aumento.

L’analisi non si sofferma sui supermercati (vendita di alimentari in spazi al di sopra dei 400 metri quadrati), che restano ancora la tipologia più diffusa della grande distribuzione in Friuli Venezia Giulia, con 343 punti vendita, 5.700 addetti e oltre 330mila metri quadrati di superfici di vendita, corrispondente al 39% del totale. Seguono a distanza le 76 grandi superfici specializzate con oltre 2mila addetti, i 21 ipermercati con altrettanti dipendenti, i 65 grandi magazzini e i 145 minimercati, entrambi con poco più di 800 assunti.

"Non ci sorprende leggere un'indagine che colloca il Friuli Venezia Giulia tra le regioni quanto a presenza di aree di vendita della grande distribuzione. E non è nemmeno il caso di piangere sul latte versato». Lo afferma il presidente di Confcommercio Fvg Alberto Marchiori commentando i dati della elaborazione Ires che pone inoltre Udine e Gorizia ai primi due posti della classifica e Pordenone all'ottavo, in Italia.

«Purtroppo non fu difficile essere buoni profeti, una decina di anni fa, quando eravamo gli unici ad affermare che la programmazione sulla Gdo era autentica follia e qualcuno perfino ci accusava di voler bloccare lo sviluppo del settore. Tenuto conto che, pur con il dimezzamento voluto da Riccardo Illy, restano ancora 12,5 milioni di metri quadri da realizzare, ora non ci resta che guardare avanti dato che alle scelte errate del passato non si può rimediare. Pensiamo dunque sin d'ora a come recuperare le zone che verranno dismesse dalla Gdo e a come rilanciare i centri urbani. Nell'ambito di una riforma della legge 29, serviranno norme che consentano un'armonizzazione urbanistica coinvolgendo anche il commercio», conclude.

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