La Regione Fvg “crea” i bonus anti-abortoper gestanti in difficoltà
TRIESTE
In Friuli Venezia Giulia, per cinque bambini che nascono, uno non vedrà mai la luce. Gli aborti, infatti, rappresentano il 19,7 per cento del totale delle nascite. Un fenomeno che è il risultato di scelte dettate da svariati motivi, tra i quali, in forma crescete, anche quelli di tipo sociale ed economico. È qui che la Regione intende intervenire, mettendo in campo nuove risorse per sostenere le gestanti in difficoltà. La giunta ha infatti approvato una nuova linea di spesa a supporto della maternità, mai sperimentata prima sul territorio regionale. Una forma di sostegno alla famiglia che, a differenza ad esempio dei bonus bebè, non intende aiutare i genitori quando un figlio è giù venuto al mondo, ma quando le loro condizioni sociali ed economiche sono così precarie da farli propendere verso l’interruzione della gravidanza.
Le risorse
Per il momento lo stanziamento della giunta è “sperimentale”: 500mila euro, che potranno subire aumenti o diminuzioni a seconda di quello che sarà l’andamento del progetto nei prossimi mesi. A ogni gestante in difficoltà potrà andare fino a un massimo di 2.400 euro per la durata della gravidanza e dei primi sei mesi di vita del bambino. «Le nuove linee di intervento sono previste della legge regionale 11 del 2006. Si tratta di un sostegno di tipo economico - spiega l’assessore alla Famiglia Roberto Molinaro - che va ad aggiungersi a tutte le altre tipologie di supporto già esistenti e previste dai nostri servizi sociali. L’obiettivo è capire, nei prossimi mesi, quale sarà la richiesta: valuteremo solo allora se aumentare o meno la dotazione finanziaria».
L’erogazione del bonus
Le risorse verranno erogate dalla Regione ai servizi sociali, per la precisione ai 18 ambiti socio-assistenziali del Fvg, «credo - aggiunge Molinaro - entro la fine di novembre. A quel punto il progetto potrà concretamente partite. Considereremo il primo anno come un periodo di sperimentazione». L’intervento verrà effettuato dal servizio sociale del Comune di residenza mediante la predisposizione di un piano di intervento individualizzato, che potrà prevedere anche il diretto intervento delle associazioni che perseguono il sostegno alla maternità.
Gli obiettivi «Questa forma di sostegno alla maternità - spiega l’assessore alla Famiglia - è nuova. La si sta sperimentando solo nella Regione Lombardia e nella Provincia di Napoli. L’obiettivo è tentare di ridurre il numero di aborti, quando questi sono dettati da ragioni di tipo economico che, purtroppo, talvolta non consentono alle donne di portare a termine la gravidanza. Gli operatori sul campo, nei servizi sociali e nelle associazioni, ci hanno più volte segnalato che una parte delle interruzioni volontarie delle gravidanze è evitabile e noi vorremmo contribuire a questo con una prima applicazione sperimentale delle norme regionali dove, beninteso, l’aiuto economico è solo una parte del progetto individualizzato, che deve indicare tutti i sostegni già previsti».
Il futuro
Se nei Paesi in via di sviluppo stiamo assistendo a un boom demografico che non sembra rallentare, nel mondo occidentale, e soprattutto in Italia, le nascite da tempo non riescono a sostituire i decessi, con un inesorabile invecchiamento della popolazione. «Bisogna tentare di invertire la rotta - commenta ancora Roberto Molinaro - e noi cercheremo di farlo mettendo in campo nuove risorse. Le misure per favorire e sostenere le nascite in Friuli Venezia Giulia risalgono ancora alla metà degli anni Ottanta, con l’assegno di natalità per le donne prive di copertura previdenziale, proseguite con gli assegni di natalità già in corso, che sono destinati mediamente a un nato su due. A questo si affianca, appunto, la nuova linea di intervento». La recente deliberazione della giunta regionale, oltre a fissare gli indirizzi per l’attuazione dell’intervento, compresa la verifica della documentazione prodotta per ottenere il beneficio, ha disposto anche l’assegnazione degli acconti ai soggetti gestori, che saranno successivamente compensati in relazione ai fabbisogni rilevati.
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