La Regione Fvg conferma il no a SmartGas
MONFALCONE «Non sussistono le condizioni per poter pervenire a un parere di compatibilità ambientale sul progetto per la costruzione di un mini-terminale di stoccaggio, rigassificazione e distribuzione di Gnl nel porto di Monfalcone». Per la seconda volta, dopo quella di luglio, nonostante ulteriori integrazioni fornite al ministero dalla stessa azienda, il «superamento di alcune criticità» e le carte rimandate per le ulteriori ri-valutazioni al Fvg, la Regione conferma il “non parere” sul progetto di SmartGas.
A giudizio della Regione «Permangono criticità progettuali e documentali». È lo stesso assessore all’ambiente Sara Vito a dirlo in una delibera approvata ieri dalla Giunta regionale nella consueta seduta del venerdì, un “non parere” che sarà rimandato al ministero dell’Ambiente come è avvenuto il 23 luglio scorso.
«Una questione tecnica e non politica - spiega l’assessore - per noi restano le carenze documentali e progettuali, non è una bocciatura, non tocca a noi. Diamo il nostro parere ma spetta al ministero dell’Ambiente decidere perchè si tratta di una infrastruttura energetica sulla quale è competente lo Stato. Anche di fronte alla documentazione integrativa, restiamo sulla stessa posizione». È la stessa Regione in una nota dell’assessore Vito a ribadire che «anche dopo le integrazioni inoltrate al ministero da SmartGas, permangono criticità e carenze progettuali e documentali. Esse riguardano la modifica della linea di costa, l'impatto sull'ecosistema della zona con particolare riguardo alla ricchezza avifaunistica e alla biocenosi marina, l'inquinamento atmosferico causato dal movimento dei mezzi terrestri, il piano di monitoraggio, la compatibilità con il traffico portuale, l'impatto paesaggistico, l'analisi costi-benefici e gli impatti cumulativi». Su questo punto la Regione rileva che «il progetto del metanodotto di allacciamento al terminale Gnl interferisce con il progetto di adeguamento funzionale della barriera autostradale del Lisert». L’assessore ribadisce che l’ultima parola sul progetto spetta a Roma. «La Regione ha effettuato con molta serietà gli approfondimenti richiesti dal ministero dopo il primo passaggio rituale - dichiara - e ora il dossier torna allo stesso ministero cui spettano per competenza le valutazioni definitive».
L’unica novità, ma appare non decisiva, secondo la Regione è che «appare superata la criticità sulla composizione qualitativa dei sedimenti», visto che l’analisi dell’Arpa ha evidenziato che i «sedimenti del dragaggio al canale di accesso al porto di Monfalcone possono essere gestiti come da progetto, in quanto in particolare riferimento al parametro del mercurio presentano concentrazioni inferiori di due ordini di grandezza rispetto ai limiti di legge e quindi viene garantito un ampio margine di sicurezza ambientale».
Scarno il commento del project leader di SmartGas, Alessandro Vescovini.
«Prendo atto, ma in realtà il parere che attendo è quello del ministero dell’Ambiente che è in ritardo da 6 mesi. Non capisco comunque perchè la Regione insista a dire che non ha elementi per decidere». L’imprenditore non fa polemiche perchè in realtà la “guerra” è già in corso attraverso le carte e sono in gioco richieste di risarcimento milionarie. Da un lato un ricorso al Tar del Lazio di SmartGas contro il progetto di escavo dell’Azienda speciale porto, che ha ottenuto il via libera dallo stesso ministero, e che interferisce con il progetto di rigassificatore. Dall’altro la messa in mora dello stesso ministero dell’Ambiente che sarebbe in ritardo di 6 mesi sulla risposta a SmartGas dovuta per legge. Una guerra di fronte alla quale la Regione si chiama fuori per non rischiare di lasciarci le penne, dal punto di vista politico e economico.
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