La “Regione dei vini” dalla Lonely al Campidoglio
TRIESTE In Campidoglio, a Roma, il Friuli Venezia Giulia ha vissuto ieri una giornata storica con l’incoronazione a regione del mondo che i turisti nel 2016 non possono perdere, titolo conferitole dal prestigioso volume “Best in Travel 2016” di Lonely Planet e da condividere oltre che con Roma, con sole altre nove aree di tutto il mondo tra cui le favolose Haway.
«La forza di lavorare con un sistema che si muove insieme». È questo il segreto che ha permesso al Friuli Venezia Giulia di essere premiato. Lo ha spiegato la presidente della Regione Debora Serracchiani alla platea dei media specializzati che nella pinacoteca dei Musei Capitolini in Campidoglio ha salutato il successo del Friuli Venezia Giulia.
Il “Friuli's wine regions, Italy” è stato definito, per l’esattezza, la quarta delle dieci “mete da non perdere”. La regione dunque con le sue zone vitivinicole d'eccellenza trova spazio nell'olimpo delle destinazioni turistiche 2016 addirittura davanti alle Hawaii di Obama (settimo posto) e dietro alla Transilvania di Dracula (primo posto).
Nella Top ten delle aree regionali ci sono anche l'Isola di Sant'Elena dove fu esiliato Napoleone, la Bavaria (Germania), la Costa Verde (Brasile), l'Alvernia (Francia), la Valle de Vinales (Cuba), l'Islanda dell'Ovest e l'Isola di Walheke (Nuova Zelanda).
Sono tre le speciali classifiche stilate dai suoi esperti e autori in cui Lonely Planet raccoglie Paesi, territori e città di tutto il mondo verso cui i viaggiatori si muoveranno o desidereranno muoversi.
Le destinazioni italiane sono dunque solo due: il Friuli Venezia Giulia e Roma, scelte, come ha comunicato la stessa Lonely Planet, «dopo accese discussioni, dalla nostra giuria di esperti, che ha ridotto questo elenco a soli dieci nazioni, a sole dieci regioni, a sole dieci città: ogni destinazione è scelta perché attuale, stimolante e sorprendente».
«È un riconoscimento importante e anche un onore», ha commentato Serracchiani, riferendosi anche al fatto di aver convinto i severi critici di una pubblicazione che uscirà a breve in tutto il mondo, in inglese, tedesco, francese, russo, spagnolo e italiano. Serracchiani ha ricordato come nel settore vitivinicolo il Friuli Venezia Giulia «sia stato capace di mettere insieme tradizione e innovazione», dando corpo a una filiera completa, sottolineando che «siamo onorati di esser riusciti a dare l'idea - ha aggiunto - di una regione piccola ma che ha davvero una grande ricchezza e una grande diversità all'interno di tutte le sue province».
«È un premio straordinariamente importante perché riconosce che le nostre scelte nel Piano strategico, centrate su un turismo “lento” e di qualità e legato all'enogastronomia, vanno nella strada giusta», ha affermato il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello. Accanto al Piano strategico del turismo e all'inserimento del turismo e dello stesso agroalimentare nelle cinque linee della Strategia di specializzazione intelligente del Friuli Venezia Giulia, il vicepresidente della Regione ha sottolineato «l'importanza di aver approvato nei mesi scorsi la nuova legge sulla “Strada del vino e dei sapori”».
Al tavolo della conferenza stampa in Campidoglio, accanto a Serracchiani, Roma è stata rappresentata da Emanuela Bisanzio, direttore del Dipartimento Attività culturali e turismo di Roma capitale, e dal sovrintendente dei Musei capitolini Claudio Parisi Presicce. Per gli Usa è intervenuta Dawn Bruno, consigliere commerciale dell'Ambasciata degli Stati Uniti a Roma.
In platea, accanto a Bolzonello, che domenica scorsa ha ritirato a Londra il premio tributato da Lonely Planet al Friuli Venezia Giulia, il direttore di TurismoFvg Marco Tullio Petrangelo con il suo staff. Angelo Pittro, responsabile di Lonely Planet Italia, e Duncan Garvud, uno degli autori delle guide, hanno raccontato lo stupore per le bellezze che l'Italia sa riservare anche in luoghi meno noti, come il Friuli Venezia Giulia.
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