La Regione dà il via libera all’eterologa

Potranno accedervi le coppie etero con il limite di 50 anni per la donna. Centri autorizzati il Burlo e l’ospedale di Pordenone
Di Marco Ballico
Una foto di archivio mostra un' inseminazione svolta in laboratorio con l'iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo nell'ovulo. Sullo schermo del computer, infatti, e' ben visibile l' entrata dell' ago nell' ovulo che introdurra' lo spermatozoo. La prima sezione del Tribunale civile di Firenze ha sollevato il dubbio di costituzionalita' sulla norma della legge sulla fecondazione artificiale (legge 40) con la quale si vieta alle coppie sterili di accedere alla fecondazione eterologa, con ovuli o seme donati da persone esterne alla coppia. ARCHIVIO /ANSA/
Una foto di archivio mostra un' inseminazione svolta in laboratorio con l'iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo nell'ovulo. Sullo schermo del computer, infatti, e' ben visibile l' entrata dell' ago nell' ovulo che introdurra' lo spermatozoo. La prima sezione del Tribunale civile di Firenze ha sollevato il dubbio di costituzionalita' sulla norma della legge sulla fecondazione artificiale (legge 40) con la quale si vieta alle coppie sterili di accedere alla fecondazione eterologa, con ovuli o seme donati da persone esterne alla coppia. ARCHIVIO /ANSA/

TRIESTE. Anche il Friuli Venezia Giulia apre alla fecondazione eterologa, nel rispetto di quanto annunciato da Debora Serracchiani. Ieri, come da procedura, è arrivata la delibera della giunta regionale. Non mancano però i paletti: a poter accedere al metodo di donazione delle cellule sessuali potranno essere solo coppie etero e di età potenzialmente fertili. Con il limite massimo, per la donna, dei 50 anni.

L’iter La giunta, su proposta dell’assessore Maria Sandra Telesca, recepisce l’atto approvato il 4 settembre dalla Conferenza delle Regioni, quello con l’ok alle linee guida per l’introduzione in Italia della tecnica di procreazione assistita che prevede il ricorso a gameti di donatori. Una risposta che sorpassa governo e parlamento rimasti al palo da quando, il 9 aprile scorso, la Consulta ha definito incostituzionale il divieto dell’eterologa previsto dalla legge 40.

Le regole L’accordo ha valenza transitoria, in attesa che Roma legiferi in materia, ma, rileva Telesca, «rappresenta un risultato importante e risponde all'esigenza di una fecondazione regolamentata e controllata fissandone i cardini principali: la qualità delle cellule riproduttive, garantita da un accurato screening dei donatori, e la gratuità del dono». Via libera, dunque, ma con regole rigide: coniugi o conviventi di sesso diverso, maggiorenni e di età potenzialmente fertile, donne under 50 e in grado di affrontare positivamente una gravidanza. E ancora l’obbligo di una certificazione attestante la non disponibilità di ovociti validi per la donna, mentre per l'uomo le indicazioni alla donazione sono tutte situazioni mediche e di sterilità comprovata.

Sedi e costi Secondo la stima della Regione, l’eterologa dovrebbe riguardare una quarantina di richieste all’anno nei due centri autorizzati (in quanto dotati di una banca per la conservazione dei gameti): il Burlo di Trieste e l’ospedale di Pordenone. Non manca la quantificazione del costo della prestazione: 1.000 euro la tariffa indicata dalla Conferenza, ma anche in questo caso vale la regola del ticket, che sarà stabilito la prossima settimana in Commissione nazionale sanitaria.

Patto di stabilità In giunta, ieri, anche il tema del patto di stabilità. Nella delibera presentata da Paolo Panontin – la fotografia 2013 – emerge che gli enti locali Fvg hanno ridotto in modo significativo gli “sprechi” degli spazi finanziari assegnati: un contenimento pari all’83% dai 94,4 milioni del 2012 ai 20,2 milioni dell’anno scorso, soldi cioè a disposizione ma non spesi dalle autonomie. Tra gli altri dati quelli delle penalità (7,8 milioni), “perdonate” al 50%, a carico di 71 enti e le premialità (2,7 milioni) a favore di 22 enti. «Quello del patto di stabilità è un tema che tanto pesa sugli amministratori – osserva l’assessore –; siamo a loro vicini perché consapevoli delle grandi difficoltà che trovano nella sua gestione».

Diritto allo studio Loredana Panariti vede invece approvato il ddl che aggiorna la disciplina in materia di diritto allo studio universitario, contenuta nella legge regionale 16/2012. «Con queste nuove norme – spiega l’assessore –, che intervengono anche su erogazione delle borse di studio e servizi di ristorazione e prevedono pure l’istituzione di un Comitato degli studenti, ci mettiamo in sintonia con la legislazione nazionale e accogliamo le richieste degli studenti in merito ad un loro più decisivo ruolo all'interno della governance dell’Agenzia al lavoro dallo scorso gennaio».

Ricerca e innovazione La Giunta, su proposta di Bolzonello, delibera inoltre sul regolamento che adegua la legge 47/1978 su ricerca e innovazione del comparto industriale alle nuove disposizioni emanate dall'Unione europea. In particolare, aumenta l'intensità dei contributi in conto capitale (dal 15 al 35% dei costi ammissibili) per le Pmi che realizzano progetti di innovazione dei processi produttivi e dell'organizzazione.

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