La Regione dà i soldi per la statua di Santin Bypassato il Comune

Il sito: sulle Rive di fronte a Ponterosso, in area demaniale Cosolini: «Favorevole ma la procedura prescelta è inusuale»
Di Silvio Maranzana

Centodiecimila euro della Regione all’Istituto di cultura marittimo-portuale (Icmp) per collocare in città la statua del vescovo Antonio Santin. Il finanziamento è previsto dall’articolo 6, che riguarda gli interventi in campo culturale, del maxiemendamento di maggioranza alla finanziaria regionale approvato l’altra notte e porta le firme del relatore Cargnelutti e dei capigruppo Galasso (Pdl), Narduzzi (Lega), Sasco (Udc) e Asquini (Gruppo misto). Era il 3 agosto 2010 allorché l’ex sindaco Roberto Dipiazza dichiarava: «Abbiamo chiuso l’accordo con l’Autorità portuale e la Soprintendenza e presto le Rive saranno arricchite da questo doveroso omaggio al vescovo Santin». Il sito, dopo essere mutato per una decina di volte, era stato identificato nell’area di fronte a Ponterosso, ma dal lato mare e quindi su terreno demaniale dove era stato deciso di collocare la statua «contornata da un giardinetto». Racconta un protagonista di quella stagione politica che il Salotto azzurro del municipio rimase blindato per un paio di giorni in attesa che il senatore Giulio Camber venisse di persona a scegliere uno tra i bozzetti scultorei che erano stati segretamente esposti. La scelta sarebbe poi caduta su quello che raffigura il vescovo che indica un punto in lontananza. Quel punto sarà il tempio di Monte Grisa che Santin volle sul crinale carsico ben visibile dalla Jugoslavia comunista che si era annessa anche la sua Istria. La spesa prevista sarebbe stata stimata in 70mila euro.

In tutto questo percorso l’amministrazione comunale in carica da oltre un anno non ha ancora messo bocca. «Sia beninteso che a un monumento al vescovo Santin io sono favorevole perché si tratta di una figura preminente nella storia di questa città - afferma il sindaco Roberto Cosolini - certo il percorso procedurale scelto è perlomemo originale, ritengo comunque che sarà previsto in merito anche un voto del Comune». «Non credo che il provvedimento debba passare attraverso la giunta o il Consiglio comunale - ribatte Piero Camber (Pdl), presidente della Commissione cultura della Regione - era stata la precedente giunta a chiedere un finanziamento alla Regione e adesso finalmente i soldi sono stati dati alla fondazione che si occupa degli interventi culturali e museali in ambito portuale sulla cui area il monumento sperabilmente potrà essere collocato». Chiaro che la presenza di Marina Monassi al vertice dell’Autorità portuale (di cui l’Icmp è un ente strumentale) stia favorendo l’operazione che sostanzialmente bypassa il Comune.

Il bozzetto scelto allora era quello dello scultore Giovanni Pacor di Staranzano. La statua, alta un paio di metri, dovrebbe poggiare su un robusto basamento e Antonio Santin, vescovo di Trieste e Capodistria dal 1938 al 1975, apparirà in piedi con tanto di mitria e pastorale. I siti ipotizzati in precedenza per la sua collocazione e poi scartati erano stati quelli di piazza Venezia, di Monte Grisa, di via di Cavana vicino alla Curia, di piazza San Giovanni, del piazzale della cattedrale di San Giusto, dell’area tra il Salone degli Incanti e il Magazzino vini, di piazza Tommaseo, per approdare infine allo spazio non distante dalla Capitaneria di porto di fronte al Canale di Ponterosso.

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