La Regione “blinda” la nave-ospedale: «Garantisce l’assistenza più efficace». A ore la decisione definitiva

TRIESTE. È il giorno della verità sul “caso” della nave-ospedale. Il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, oggi (martedì 21 aprile) farà il punto della situazione dopo che i tecnici hanno portato avanti l’analisi comparativa delle varie opzioni sul tappeto per accogliere i contagiati in uscita dalle case di riposo promiscue, quelle collocate in condomini nei quali, oltre alle residenze per anziani, ci sono anche normali appartamenti. La nave-ospedale appare in questo momento ancora l’opzione favorita, con l’alternativa rappresentata dalle strutture alberghiere. Risulta anche una terza opzione, quella di utilizzare strutture residenziali del territorio attualmente vuote.
«Ci sono valutazioni tecniche affidate a dei professionisti sulle soluzioni proposte, e che non attengono alla politica – ha premesso Riccardi –. Anche per questo resto stupito di fronte ad alcuni attacchi. Serracchiani dice addirittura che avremmo dovuto pensarci due mesi fa, quando ancora non c’era stato un solo positivo accertato in Italia». «Se riuscissimo ad accontentare gli albergatori, che considero nostri alleati, io sarei il più felice di tutti e non è escluso che ciò possa avvenire almeno in parte – ha puntualizzato il vicegovernatore –. Ma in questa emergenza la priorità è garantire la sicurezza e la salute. Dobbiamo poter assicurare a dei pazienti particolarmente fragili e affetti da covid 19 cure, assistenza, apparecchiature e competenze sanitarie. Come facciamo a frazionare tutto questo in diversi alberghi sparsi sul territorio, tenendo presente che sarebbero circa 150 gli anziani da accogliere?».
Certo, ci sono adeguamenti da fare, a cominciare dagli impianti di aerazione per evitare il rischio di veicolare agenti patogeni, «interventi che peraltro sarebbero necessari anche sulle strutture alberghiere – osserva Riccardi –. Domani (oggi per chi legge ndr) dovremmo poter decidere ed essere in grado di dare un primo ragguaglio sui costi. Ribadisco che a pesare saranno le valutazioni dei tecnici». «Aggiungerei – è la stoccata del vicegovernatore in direzione Grado – che se ci siamo trovati in una situazione del genere è anche perché è saltata una cinquantina di posti letto all’Ospizio Marino».
La trattativa con la società genovese Grandi navi veloci (gruppo Msc) potrebbe insomma essere più vicina al traguardo. Intanto, a proposito di critiche in ambito politico, il consigliere regionale del gruppo Misto, Walter Zalukar annuncia un’interrogazione per chiedere se è stata fatta una stima dei costi per la nave, comparando la spesa con l’opzione alberghiera e se la Regione «ritenga accettabile costringere persone anziane, talune con deficit cognitivi, in spazi limitatissimi e presumibilmente con rumore di fondo perenne». Antonella Grim, consigliera comunale di Italia viva, ha depositato un’interrogazione urgente al sindaco perché relazioni al consiglio comunale: «Spero che Dipiazza non permetta che i nostri anziani vengano portati in una nave ospedale».
Tornando al tema delle case di riposo “promiscue”, ieri Riccardi ha di fatto attaccato la precedente amministrazione di centro sinistra chiedendo di rivedere la normativa risalente a cinque anni fa. «Davanti a quello che sta accadendo credo sia indispensabile interrogarsi anche sulle ultime disposizioni del 2015 – ha dichiarato in un convegno in videoconferenza organizzato dall’Università di Trieste –. Vanno rivisti i requisiti minimi per autorizzare le case di riposo. A Trieste abbiamo 45 strutture in promiscuità, con un esempio come quello de “La Primula”, dove il contagio si è diffuso tra gli inquilini dello stesso condominio. Si tratta di un modello che da sempre considero inadeguato. Oggi abbiamo l’occasione di elaborare un nuovo progetto per dare una risposta in un ambito che sta tra il domicilio e il ricovero ospedaliero».
Subito è arrivata la replica della segretaria del Pd provinciale Laura Famulari «Inaccettabile che chi doveva prendere adeguate misure di prevenzione tenti di allontanare da sé questo dramma parlando di requisiti minimi da riformulare Se Riccardi, aveva sempre considerato inadeguato il regime di promiscuità per due anni nulla ha fatto».
Intanto nelle case di riposo prosegue l’intensificazione dei tamponi. All’Itis, la struttura con più ospiti a Trieste, ne sono stati fatti altri 16, dei quali 4 sono risultati positivi: si tratta di anziani ospitati nella zona gialla della residenza Bucaneve (quella dove ci sono gli asintomatici che hanno avuto contatti stretti con sintomatici o positivi). Quindi i 4 sono stati subito trasferiti nella zona rossa. Eseguiti, inoltre, tamponi di controllo a tutti gli anziani della residenza Ciclamino (una quarantina di persone) e altri 5 nelle residenze Stella Alpina, Tulipano e Larice. Infine il presidente Aldo Pahor sottolinea che continuano all’interno delle residenze dell’Itis le attività quotidiane di sanificazione standard delle camere e degli ambienti (quelle che non presuppongono il trasferimento degli ospiti), secondo le indicazioni ministeriali. —
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