La Regione avvia l’iter per riunire i porti
Non è stato ancora divulgato nei dettagli il testo del decreto di “Rioganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle Autorità portuali”, approvato la notte tra mercoledì e giovedì dal Consiglio dei ministri, ma due passaggi, al di là del fatto che Trieste è una delle quindici Autorità di sistema portuale e che mantiene la propria autonomia, sembrano spianare la strada a un futuro di crescita per lo scalo triestino. Il primo passaggio, da cui soprattutto, ma non solo, Trieste potrà trarre benefici, è quello che sottolinea che le Regioni possono chiedere l’inserimento nelle Autorità di sistema portuale di ulteriori porti di rilevanza regionale. Il secondo, questo squisitamente specifico, è quello in cui si sottolinea che è fatta salva la disciplina vigente per i Punti franchi compresi nella zona del porto di Trieste e al di là di quelle che sono le certezze degli ambienti indipendentisti non era scontato al 100% che la legge a questo proposito citasse testualmente Trieste.
Sul primo punto, la Regione sembra aver intenzione di attivarsi immediatamente aprendo da subito le procedure per l’unificazione. «Per la prima volta esiste uno strumento legislativo che permette l’aggregazione di soggetti eterogenei, quali sono le Autorità portuali, di competenza nazionale, e i porti di rilevanza economica regionale», ha messo ieri in rilievo la governatrice Debora Serracchiani che ha anche aggiunto: «Ma il punto fondamentale è che viene posta in capo alla Regione l’iniziativa di avviare questa procedura di aggregazione. Bisogna ovviamente attendere la pubblicazione del decreto e i successivi adempimenti governativi ma, dato che vi è una volontà condivisa di creare un vero sistema portuale regionale, la Regione potrebbe riunire in tempi brevi un Tavolo con l’Autorità portuale, invitando anche le istituzioni locali coinvolte, per individuare le modalità più funzionali all’obiettivo. Non dimentichiamo però - precisa facendo capire che i tempi non potranno essere fulminei - che si tratterà anche di allineare la legislazione regionale in materia di portualità al nuovo assetto indicato dalla riforma nazionale». Secondo il sindaco Roberto Cosolini l’emanazione del decreto sui porti «ha dato ragione a chi lo intendeva non come una semplice operazione difensiva rispetto al rischio di accorpamento di Trieste con scali più o meno vicini, ma a chi lo vedeva soprattutto come uno strumento di rilancio che dà il via libera anche dal punto di vista legislativo all’integrazione dei porti della regione nell’ambito dell’Autorità portuale che ha sede a Trieste. Si creerà finalmente un’integrazione compiuta dell’intero sistema logistico regionale - aggiunge Cosolini - che permetterà oltretutto una serie di economie di scala».
Ma a parere del sindaco il decreto dimostra anche che «non vi è alcuna sottovalutazione a nessun livello dell’istituto del Punto franco nella sua specificità amministrativa. L’inserimento nella legge - aggiunge - è il miglior viatico per una più definitita organizzazione amministrativa che è ciò che la legge precedente intendeva con i famosi decreti attuativi ai quali alcuni sbagliando attribuivano effetti miracolistici. Il commissario D’Agostino in tutti i suoi atti - conclude Cosolini - ha dimostrato che il Punto franco sarà utilizzato nel modo più esteso possibile in qualsiasi area o circostanza si dimostrerà utile per lo sviluppo dello scalo». «Non si può che essere soddisfatti - il commento su questo argomento di Serracchiani - per una così puntuale attenzione del Governo a una specifica connotazione del porto di Trieste, che nasce storicamente come “Porto franco” e si distingue tuttora per una dote dei Punti franchi che altri porti non possono vantare. Dopo l’ultimo e decisivo sblocco operato dal prefetto Garufi, spetterà al presidente dell’Autorità di sistema portuale compiere i successivi passaggi per rendere ancora più funzionale il vantaggio competitivo offerto dai Punti franchi al porto di Trieste».
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