La Regione attrae i grandi contribuenti
Da un lato il recupero di Irpef e Irap “in fuga”. Dall’altro la conquista di nuove compartecipazioni, effetto di un percorso virtuoso che ha reso il territorio più attrattivo per le imprese. I grandi contribuenti convinti a versare le imposte in Friuli Venezia Giulia aggiustano il bilancio della Regione. Il risultato finale è il recupero da parte dell’amministrazione Serracchiani di 30 milioni di euro nel 2014, un “tesoretto” servito in Finanziaria a far quadrare i conti.
In tempi di riduzione delle risorse, con più di una manovra nazionale intervenuta a trattenere centinaia di milioni di euro alla periferia, quella della giunta regionale è stata una sorta di “campagna acquisti” fondata sulla premessa del meccanismo della compartecipazione sul gettito di Irpef e Irap: a maggiori tasse versate nel territorio regionale corrispondono proporzionalmente maggiori flussi di entrate tributarie. La partita dei grandi contribuenti in soli dieci mesi, da gennaio a ottobre 2014, ha fruttato un ritorno già molto consistente. Il governo Serracchiani lo ha evidenziato più volte in sede di predisposizione della Finanziaria 2015: dall’inizio dell’anno scorso è partito il pressing su una serie di multinazionali con filiali operative anche in Friuli Venezia Giulia per convincerle a versare le imposte in regione.
L’azione insistita della direzione centrale Finanze ha messo in fila una serie di nomi importanti. Non tanti, ma che hanno dato tanto. Si tratta concretamente del recupero di risorse che erano state dirottate altrove, per questioni di natura tecnica, ma anche di nuove compartecipazioni. Per quel che riguarda i risultati ottenuti nel 2014, i gruppi che li hanno resi possibili sono poco meno di una decina. Il pressing degli uffici di Palazzo ha consentito in particolare di convogliare verso le casse regionali i versamenti da ritenuta Irpef dei dipendenti di alcuni colossi dell’economia italiana occupati in regione. Flussi di denaro che avevano preso altre direzioni nelle annate precedenti spesso solo per motivi informatici. Un esempio su tutti: Unicredit ha trasferito il centro meccanografico a Bologna, ma lo ha fatto senza rivedere il software. Cosicché, d’improvviso, l’Irpef degli addetti dell’istituto bancario al lavoro nel territorio è stato versato in Emilia e non più in Friuli Venezia Giulia. Senza nessuna volontà politica del gruppo erano dunque venute a mancare cifre non di poco conto.
Ma la correzione non è stata sempre solo di natura tecnica. In qualche caso si tratta di nuove compartecipazioni, l’inizio di un’operazione di “marketing” che Debora Serracchiani e la sua giunta intendono attuare puntando soprattutto sulla carta dell’attrattività che riforme come quella che andrà in aula a febbraio, il “Rilancimpresa” firmato da Sergio Bolzonello, possono garantire al Fvg, spingendo imprese e imprenditori a trasferire la sede legale all’interno dei confini regionali. L’amministrazione non fa nomi, questione di privacy, ma sarebbero una ventina le grandi aziende che a oggi starebbero valutando il trasferimento della sede legale in Fvg.
Qualcuna lo avrebbe anzi già deciso. Tra le indiscrezioni, su cui la giunta non può appunto andare oltre il «no comment», circola il nome di Pasta Zara, la società alimentare con sede a Riese Pio X in provincia di Treviso e con una filiale a Muggia su cui la famiglia Bragagnolo ha annunciato poche settimane fa un investimento da 52 milioni di euro con l’obiettivo entro un paio d’anni di aumentare la produzione di pasta da 300 a 400mila tonnellate, il 50% in uscita proprio dal sito triestino. Tra le ipotesi anche quelle riguardanti la Sangalli vetro di Manfredonia, con sede a San Giorgio di Nogaro, e la Cartiera Burgo (stabilimento in regione a Tolmezzo). Più precisamente, in quest’ultimo caso, si parla della società Mosaico.
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