La Regione ai dipendenti: «Dovete timbrare il badge»

Una circolare del direttore della Funzione pubblica Kovatsch fa scoppiare il caso I sindacati protestano. La Cgil: «Mossa sciocca». La Cisl: «Sono altri gli sperperi»
Di Gianpaolo Sarti

TRIESTE

La tirata d’orecchie è contenuta in una circolare, firmata dal direttore centrale Funzione pubblica Claudio Kovatsch. «I dipendenti, a prescindere dall’inquadramento contrattuale – ammonisce il funzionario – hanno il dovere di convalidare personalmente le entrate e le uscite dall’abituale luogo di lavoro». Nei corridoi dei palazzi non si esita a leggere in queste parole un chiaro messaggio diretto a chi fa un uso disinvolto del badge di servizio. Insomma, uscire dall’ufficio durante l’orario di lavoro e non timbrare. Succede, a quanto pare. Al mattino o a ora di pranzo: qualcuno passa il tesserino e, anziché salire in ascensore, gira i tacchi e va a fare quatto passi o la spesa al supermercato. «L’osservanza dell’orario di lavoro costituisce un obbligo del dipendente – continua la circolare – e rappresenta un requisito essenziale della prestazione che contrattualmente lo stesso è tenuto a rendere in favore dell’amministrazione. Questa deve essere accertata mediante controlli di tipo automatico al fine di perseguire quelle forme di controllo obiettivo della prestazione lavorativa resa e di accertare eventuali violazioni delle disposizioni vigenti». Il documento della direzione prosegue ribadendo l’utilità della registrazione, anche ai fini della copertura assicurativa Inail, e dà indicazioni in caso di malfunzionamento, o «mancanza occasionale» del tesserino. O, ancora, in caso di omessa timbratura «riconducibile esclusivamente a motivi di forza maggiore o di caso fortuito». L’assessore alla Funzione pubblica Andrea Garlatti afferma di non essere a conoscenza della circolare e rimanda ai dirigenti responsabili. Che chiariscono: «Una comunicazione di routine – osserva Kovatsch – nella stessa giornata abbiamo fatto un’altra per le assenze da malattia». «È solamente un promemoria, come se ne fanno tanti – conferma Adriano Vinci, responsabile dell’istruttoria e autore della circolare - Da quanto mi risulta tutto è regolare nelle sedi della Regione, però ogni tanto è bene richiamare i dipendenti alle disposizioni vigenti. Se non ci credete mandate il Gabibbo». Senza scomodare “Striscia” basta chiedere un po’ in giro: l’utilizzo “discrezionale” del badge è cosa nota, da tempo. Non si spiegherebbero altrimenti i toni di un altro passaggio della circolare: «Eventuali assenze durante l’orario, senza timbratura, si sostanziano in comportamenti gravemente inadempienti che danno luogo all’attivazione delle procedure disciplinari». I sindacati scuotono il capo. «È una mossa sciocca perché i dipendenti conoscono bene le disposizioni generali – riflette Mafalda Ferletti della Cgil Funzione pubblica – quindi significa che c’è qualcuno che non rispetta le regole. Però bastava recapitare la comunicazione ai diretti interessati, così invece si tocca anche chi si comporta bene». Anche la Cisl non ci sta: «Un’operazione per nascondere i veri sperperi della pubblica amministrazione – commenta il sindacalista Piero Motta – si guardi piuttosto nei cda delle partecipate dove siedono i trombati della politica, nelle consulenze e tutti gli inutili livelli istituzionali». Secondo il rappresentante della Cgil Funzione pubblica in regione, Andrea Fumiz, la comunicazione della direzione è invece un semplice “documento ordinario, non ci risultano persone che imbrogliano”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo