La recita all’asilo vietata ai genitori: guarderanno il dvd

Mamme in rivolta a Cormons dopo la scelta della scuola di organizzare lo spettacolo a porte chiuse
Una recita scolastica
Una recita scolastica

«"La decisione di far svolgere la tradizionale recita di Natale in modalità privata, “a porte chiuse", è stata inaccettabile». Scoppia la polemica sul caso della festina natalizia della scuola materna di via Resistenza a Cormons. A sollevarla è Silvia D'Onofrio, mamma di una delle bambine iscritte all'istituto: non le è andata proprio giù la scelta di maestre e dirigenza scolastica di svolgere, venerdì mattina, la recita di fine 2014 vietandone l'ingresso a genitori e nonni, ai quali sarà recapitato un dvd della rappresentazione. Un impedimento, quello dell'acceso alla scuola in occasioni simili da parte delle istituzioni scolastiche, che riguarda da anni tutti gli istituti e, va detto, che segue linearmente la legge in materia di sicurezza e capienza in luoghi pubblici. Una scelta, insomma, inappuntabile da un punto di vista legislativo: il regolamento è infatti in vigore già da alcuni anni e a questo si sono fedelmente attenute maestre e dirigenza scolastica. «La decisione - spiega la dirigente vicaria Elena Calvi -, è stata presa da tutto il corpo docente della scuola ed è stata ampiamente motivata alla componente genitori in sede di intersezione».

La scuola dell'infanzia di via della Resistenza a Cormons
La scuola dell'infanzia di via della Resistenza a Cormons

Un concetto che però non è stato accettato dalla signora D'Onofrio: «Non voglio polemizzare, ma desidero rendere nota la mia posizione anche a molti di quei genitori della stessa scuola che non sembrano affatto avere compreso a cosa stavano realmente rinunciando. In una cittadina come Cormons, piccola ma fiera della propria identità come l’ho sempre percepita io, impedire una tradizione come la recita di Natale dinanzi ai genitori mi sembra davvero qualcosa per il quale ho ritenuto di dover combattere, seppure con scarsi risultati. Da sempre la recita di Natale è stata il momento principe di socializzazione e di aggregazione nell'anno e non sono affatto d’accordo con chi sostiene che rappresenta solamente la tappa di un percorso vostro interno con i bambini. Dissento totalmente da questa posizione: la recita di Natale ha un senso con un pubblico di mamme, papà, nonni per i quali i bambini si esibiscono, si emozionano, si imbarazzano, dimenticano le loro battute, vanificando, forse, l’enorme lavoro delle maestre che c’è alle spalle, ma causando sicuramente l’apprezzamento di un genitore. Certo - prosegue la signora D'Onofrio - avremo il dvd da guardare a casa: e cosa dovrebbe trasmettermi questo filmato se non un maggiore rammarico per ciò che non ho potuto godere dal vivo? Nessuna emozione, nessuna commozione, nessuno di quegli sguardi rassicuranti tra me e la mia bambina. E non ha neppure alcun senso, come mi è stato già l’anno scorso fatto notare, che in fin dei conti abbiamo la festa di fine anno scolastico. Io non metto in dubbio le difficoltà e gli ostacoli burocratici che sono alle base di ogni scelta didattica, ma ritengo che le opportunità alternative per evitare di adottare questa posizione drastica ci fossero: non mi resta che prenderne atto, ma con una tristezza e un’amarezza indicibili. La recita poteva essere spostata in una sala comunale più ampia, oppure si potevano trovare soluzioni alternative che non impedissero ai bambini di recitare senza i loro genitori ad applaudirli».

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