La Rai Fvg mette in mostra 50 anni di storia al “Gopcevich”
Per la sede Rai del Friuli Venezia Giulia il 2014 è un anno denso di ricorrenze. Si celebrano i 90 anni dalla nascita della radio italiana, che iniziò le sue trasmissioni la sera del 6 ottobre 1924. Ma si festeggiano anche i primi 60 anni della tv pubblica e il cinquantenario della sede regionale Rai di via Fabio Severo. Proprio nella sede Rai del Friuli Venezia Giulia, nello storico studio C, che ben rappresenta anche nell’arredamento tipicamente anni ‘60 un pezzo di storia dell’emittente, è stata presentata ieri la mostra e le numerose iniziative collaterali con cui la Rai regionale intende ripercorrere, rendendone partecipe la cittadinanza, questo suo lungo cammino. “Che storia, la Rai…”, questo il titolo dell’esposizione che sarà inaugurata a Palazzo Gopcevich domani alle 12, racconterà attraverso una nutrita serie d’oggetti e attrezzature (vecchie telecamere, televisioni e radio d’epoca, copioni di famosi sceneggiati radio, fotografie, filmati e materiale d’archivio) la nascita e l’evoluzione del mezzo radio televisivo in Italia e nella nostra regione.
Tra le curiosità in mostra, illustrate ieri dal direttore della sede Rai regionale Guido Corso, ci sarà anche la cosiddetta “casetta del rumorista”, l’insieme di semplici strumenti d’uso comune che un tempo venivano impiegati nelle trasmissioni radiofoniche per creare gli effetti sonori degli sceneggiati radio: per riprodurre il rumore di passi, ad esempio, si camminava materialmente su del ghiaino, per gli scrosci di pioggia si usava una doccia.
La mostra, realizzata grazie alla collaborazione con i Civici Musei di Trieste, sarà arricchita da un nutrito calendario di trasmissioni a cura delle strutture di programmazione e delle redazioni giornalistiche della sede Rai regionale, che andranno in onda direttamente dal Museo Teatrale.
«Dall’8 ottobre al 3 novembre proporremo una serie di dirette da Palazzo Gopcevich – spiega Cristiano Degano, capo struttura dei programmi in lingua italiana per la sede Rai -, trasferendo lì uno studio radiofonico, per mostrare come si lavora in radio». Lo stesso accadrà per i programmi radio in lingua slovena, con l’obiettivo, spiega la responsabile Martina Repinc, «di creare quell’interattività che va molto di moda al giorno d’oggi nelle esposizioni museali, e che si rende ancora più necessaria quando si parla di radio e televisione». Per la televisione sarebbe stato difficile trasferire un intero studio all’interno del Museo Teatrale e mandare da lì in onda un telegiornale, ma, dice Rino Giusa, responsabile dell’informazione in lingua italiana della sede regionale Rai, sarà comunque proposto in esposizione un filmato che raccoglierà tutti i più celebri volti del tg dal ’79 ad oggi e il 24 ottobre sarà organizzato un incontro per raccontare al pubblico come si realizza un giornale radio e un telegiornale.
«E’ importante per noi far conoscere ai cittadini la storia di questa sede Rai e del lavoro svolto in tutti questi anni, che poi è la storia del territorio che abbiamo cercato di raccontare con i nostri programmi – sottolinea Corso -. E già lo scorso maggio, con un’iniziativa che ha aperto le porte degli studi Rai alla cittadinanza, abbiamo riscontrato un grande interesse nei confronti del nostro lavoro. Ora ci aspetta una nuova sfida, perché a inizio 2015 la nostra sede verrà interamente digitalizzata».
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