La rabbia dei tassisti paralizza Belgrado
BELGRADO Una grande metropoli europea paralizzata, per più di otto ore. Dalla rabbia di poche centinaia di tassisti. È lo scenario osservato ieri a Belgrado, dove fin dalle prime ore del mattino decine e decine di auto con le ultime lettere della targa “TX”, la sigla riservata ai tassisti, hanno messo il freno a mano nella centralissima piazza Slavija, una delle più trafficate della città. E su parte del viale Nemanijna, il cuore pulsante della capitale, tra ministeri, ambasciate e la sede del governo, bloccando così auto private, tram, filobus, autobus e facendo saltare i nervi a migliaia di belgradesi.
Le ragioni della protesta sono eterogenee. Fra di esse – come accaduto in simili recenti manifestazioni dei tassisti in varie capitali dell'Est – la presunta concorrenza sleale di piattaforme digitali per la fornitura di servizi di trasporto privato. Nel caso di Belgrado, nel mirino dei tassisti – circa 250 quelli che hanno incrociato le braccia - c’è in particolare la piattaforma Car:Go - «e altri trasportatori illegali», si leggeva su volantini dei manifestanti - che molti appartenenti alla categoria vorrebbero venisse vietata perché farebbe concorrenza sleale. I tassisti hanno chiesto anche altre modifiche alla legge sul trasporto passeggeri e una limitazione al numero dei taxi in circolazione. Car:Go che ha risposto piccata alla rabbia dei tassisti, sottolineando di «non comprendere come si possa chiedere di cancellare una compagnia che dà lavoro a un numero cospicuo di persone in Serbia, nel rispetto della legge» ed è usata da «100mila persone che hanno scaricato la nostra app».
Critiche al blocco del traffico erano arrivate in mattinata anche dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Zorana Mihajlović, che aveva ricordato che dei 6.500 tassisti operativi a Belgrado solo una minoranza ha scelto la linea dura, aggiungendo che è inaccettabile paralizzare una città in questo modo. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il viceministro Saša Stojanović, che ha suggerito che i tassisti scesi in strada volessero solo auto-promuoversi o avessero altri fini. Ma l’intransigenza, quella dei tassisti, sembra aver prevalso. Nel tardo pomeriggio, dopo ore di collasso del traffico, i manifestanti hanno infatti improvvisamente interrotto la manifestazione. Da quanto è trapelato, siederanno anche loro a un tavolo governativo per discutere dei cambi alla legge sul trasporto. Che potrebbe portare a un divieto generale di offrire corse, attraverso internet, da parte di persone senza una regolare licenza. Proteste simili a quelle inscenate ieri a Belgrado si sono registrate in passato anche in altri Paesi europei, dove i tassisti hanno affilato i coltelli contro Uber e altre compagnie che offrono servizi online. Da Barcellona a Parigi, da Roma ad Atene, ma anche in vari Paesi balcanici e dell’Est, dalla Croazia alla Romania, passando per Budapest e Bucarest.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo