La Questura vieta la manifestazione di Territorio Libero

Padulano: «Affermazioni xenofobe. Segnalate alla Procura». Sospeso il presidio. Potenza: «Evitiamo le provocazioni»

Non ci sarà alcuna manifestazione venerdì prossimo in piazza della Legna, come quelli del Territorio Libero di Trieste chiamano piazza Goldoni. Non ci sarà la “Giornata della giustizia e della sicurezza per il nostro territorio libero”. La prima iniziativa del movimento Territorio Libero³, nato a fine giugno dalla scissione del Mtl, è stata cancellata. O meglio, vietata dalla Questura di Trieste. «L’abbiamo vietata ai sensi dell’articolo 18 del testo unico per evitare di ingenerare turbative dell’ordine pubblico. Alcune affermazioni fatte da asseriti responsabili della sicurezza erano palesemente discriminatorie e xenofobe - spiega il questore Giuseppe Padulano -. Abbiamo inoltre segnalato la cosa all’autorità giudiziaria». L’autorizzazione precedente è stata ritirata dopo le dichiarazioni e le frasi postate su Facebook da Alessandro Gotti, responsabile della “Sicurezza di Trieste Libera” relativamente al progetto della ricostituzione della polizia civile triestina («creata nel 1945 nel Tlt dal Gma, i popolari “cerini”, era considerata la miglior polizia del mondo»).

Il presidio, che era stato convocato anche «per esprimere solidarietà ai 19 concittadini ingiustamente imputati di manifestazione eversiva per aver difeso il Porto Franco Nord», è stato quindi tolto. Nel comunicato ufficiale di Territorio Libero³, firmato da Potenza, non si fa però cenno al divieto della Questura: «A seguito di un clima irresponsabile creatosi attraverso la convergente diffusione di notizie manipolate in relazione alle motivazioni della nostra manifestazione indetta per l’11 luglio alle 20 in piazza Goldoni, che ne hanno stravolto i contenuti creando ingiustificato allarmismo, il movimento Territorio Libero decide autonomamente di sospendere la manifestazione medesima rimandandola. Invitiamo quindi tutti i cittadini a non presentarsi in piazza Goldoni, venerdì 11 alle ore 20 per evitare qualsiasi turbativa alla cittadinanza e qualsiasi possibilità di provocazioni».

A chiedere l’annullamento della manifestazione di piazza Goldoni sono stati anche gli ex amici del Movimento Trieste Libera che, pur uniti nel processo per il presidio del 10 febbraio in Porto Vecchio, hanno rilasciato domenica un comunicato durissimo, a firma del presidente Roberto Giurastante, denunciando «iniziative “squadriste” del partito falso-indipendentista cosiddetto “Territorio Libero³” creato e guidato da Vito Potenza, dal “gruppo sicurezza” di Sandro Gotti, pluripregiudicato per droga, armi, violenze ed estorsione, e da altre persone indagate per reati precedenti ed attuali, tutti espulsi dal Movimento». I toni usati da Giurastante nei confronti dell’ex servizio di sicurezza (che fino qualche mese fa gli garantiva la scorta) sono allarmanti: «Questi impostori pretendono ora addirittura di formare una “guardia civica” di miliziani armati con giubbe nere e storditori elettrici. Si tratta di mentalità antidemocratiche incivili, violente, assurde e minoritarie tipiche dell'estrema destra italiana, che non hanno nulla a che fare con la legalità e con la causa internazionale democratica e pacifica del Tlt. Trieste Libera chiede perciò che la manifestazione “squadrista” venga vietata».

E così è stato. Il responsabile della sicurezza Gotti, prima del divieto del presidio, aveva ribadito la proposta: «Noi vogliamo che i vigili urbani si occupino di ordine pubblico non solo di multe, che siano comandati da un triestino, che vengano assunti tutti i ragazzi che lavorano di notte nei locali e nelle discoteche. Un modo per cominciare a formare una polizia civile triestina che sostituirà le forze armate italiane (polizia, carabinieri) che prima o poi dovranno andarsene dal nostro territorio in base al trattato di pace». A suo modo Gotti (che si definisce “sportivo, amante del divertimento, delle donne e delle bevute”) replica alla lista di accuse del suo ex presidente: «Non capisco la rabbia l’odio da parte di Giurastante io sono un cittadino di Trieste che lotta per la libertà della sua città. Anche se ho avuto problemi con la giustizia, ho lavorato per anni nelle discoteche contro i prepotenti e mi sono fatto onore nello sport e anche come organizzatore», spiega Gotti che tiene a precisare «che noi della sicurezza siamo usciti dal movimento di Giurastante prima che lui ci mandasse via». Un punto d’onore. Ma per chi?

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