La quarantena con vista mare nei dieci bungalow ospitati a Muggia
MUGGIA. Una decina di bungalow con vista mare, in un angolo suggestivo della costa a pochi passi dal confine con la Slovenia. Eccola la postazione destinata alla quarantena di pazienti contagiati dal coronavirus ricavata all’interno della base logistica addestrativa di Muggia, nel tratto che da Punta Sottile scende verso il porticciolo di San Bartolomeo. Uno spazio ufficialmente operativo dalle 11 di ieri mattina, da quando cioè il maggiore Enzo Di Fazio, in qualità di rappresentante del Demanio militare ha consegnato le chiavi della struttura alla responsabile del distretto 3 di Muggia e Valmaura dell’Azienda sanitaria universitaria giuliano-isontina, Ofelia Altomare.
Il rapido sopralluogo effettuato ieri ha permesso di constatare appunto il buono stato di conservazione, e la rispondenza alle prescrizioni del Dipartimento di prevenzione, dei mini appartamenti dotati complessivamente di 41 posti letto, oltre che di bagni e spazi comuni. Nel comprensorio tra l’altro, come si può vedere da Google Maps (l’ingresso fisico invece è stato vietato ai giornalisti ieri mattina dal personale militare), sono presenti pure campi da tennis e una piscina.
Quella di Muggia, come noto, è la terza struttura pensata per l’isolamento di pazienti contagiati dal coronavirus individuata in regione. Le altre due sono a Tricesimo e a Pasian del Prato. «La base logistica a Lazzaretto - spiega Laura Marzi, sindaco di Muggia -, è stata scelta perché si tratta di una struttura abbastanza isolata, con ambienti non utilizzati al momento, ma che sono già pronti per l’utilizzo, a parte alcuni accorgimenti». A favore del sito rivierasco ha giocato anche la logistica: «La parte dell’area militare i cui sono poste le strutture che accoglieranno i pazienti - ha evidenziato Marzi - risulta essere periferica rispetto dal resto della caserma, con un ingresso lato strada che mette in comunicazione direttamente i bungalows».
E proprio attraverso quell’ingresso ieri mattina si è registrato un via vai di mezzi e persone impegnate a portar dentro materiali, ripulire l’area dagli arbusti e sgomberare i passaggi e rendere percorribile l’accesso. Preparativi che hanno “incuriosito” anche i vicini sloveni, come testimoniato dall’arrivo di alcune troupe giornalistiche d’oltreconfine. «Sono stata intervistata pochi giorni fa da giornalisti della tv slovena che avevano sottolineato di essere contenti che il Fvg facesse in qualche modo da “cuscinetto” rispetto al Venetp, regione in cui si era registrato un alto numero di contagi. Ora hanno compreso che si tratta di una struttura allestita per persone che sono che sono sì positive al virus, ma che non necessitano di ospedalizzazione in quanto non sintomatiche».
Ma se i vicini di oltreconfine si sentono rassicurati, lo stesso non si può dire per molti muggesani che aspettano di capirne di più, come dimostra il dibattito sulle pagine locali di Facebook. Il sindaco, da parte sua, si affretta però a rassicurare. «Non c’è alcun rischio per la popolazione che risiede nei dintorni della struttura - afferma Marzi -, basti pensare che all’interno della base vivono, in altri edifici limitrofi, il comandante e gli uomini che lavorano normalmente nella base stessa».
La prima cittadina è tornata poi sulla questione della mancata cortesia istituzionale da lei stessa sollevata nei corsi, quella cioè del ritardo con cui la giunta di Muggia è stata messa al corrente della decisione della Regione. «L’assessore Riccardi si è comportato da gran signore - conclude Marzi -. Dopo essersi scusato con me in diretta il giorno stesso in cui era trapelata la notizia, lo ha fatto anche davanti a 215 sindaci il giorno successivo, e anche una terza volta quando ci siamo incontrati in Prefettura. In questi giorni l’ho visto veramente e costantemente impegnato su questo fronte».
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