La protesta di Peppe Dell’Acqua per la salute mentale a Trieste: «Basta chiusure e tagli»

Presidio con utenti e operatori al Csm di Barcola. Il direttore Trincas: «Più risorse in arrivo»
Elisa Coloni
Dell’Acqua e Trincas al Csm di Barcola durante la protesta di operatori e utenti (foto Lasorte)
Dell’Acqua e Trincas al Csm di Barcola durante la protesta di operatori e utenti (foto Lasorte)

TRIESTE Alla fine la pesante catena che Peppe Dell’Acqua aveva portato con sé per protestare incatenandosi al cancello di ingresso principale del Centro di salute mentale in viale Miramare, chiuso da tempo, non è servita, perché quel cancello, venerdì mattina, lui e le tante altre persone giunte al presidio, lo hanno trovato aperto: un gesto distensivo voluto dal direttore del Dipartimento Salute mentale di Asugi Pierfranco Trincas, presente a Barcola.

La catena di Dell’Acqua

Dell’Acqua, psichiatra, per lungo tempo responsabile dei servizi psichiatrici di Trieste, per tutti uno degli eredi - assieme a Franco Rotelli, recentemente scomparso - di Basaglia e della sua rivoluzione, quella catena l’ha tirata fuori dalla borsa e l’ha mostrata solo alla fine dell’incontro, in modo simbolico, per rafforzare una protesta che comunque si è fatta sentire forte e chiara, «in difesa della sanità pubblica e contro il depotenziamento dei servizi di salute mentale, un patrimonio prezioso che Trieste ha da decenni e contro il quale l’attuale Giunta regionale mostra disinteresse e ostilità ideologica. Noi chiediamo all’assessore Riccardi e ai vertici aziendali - ha detto Dell’Acqua - di fermarsi con i tagli, valorizzare e investire sul capitale umano, che è alla base della forza di questi presidi di prossimità».

La protesta del Forum

Tante le persone giunte in viale Miramare 111 alle 11, per far sentire la propria voce durante la protesta organizzata dal Forum salute mentale, in collaborazione con il Coordinamento per la difesa della sanità pubblica: utenti, familiari, operatori ed ex operatori, rappresentanti politici, associazioni, sindacati. Cartelli, manifesti, volantini per ribadire l’appello in nome della valorizzazione della sanità pubblica, con richieste precise, concrete, perché, come dice Dell’Acqua, «in luoghi di cura come questi la dimensione etica ed estetica vanno nella stessa direzione».

Per questo motivo nel mirino dei manifestanti sono finiti sia il cancello di ingresso della struttura in viale Miramare, chiuso dai tempi della pandemia, sia le reti di protezione metalliche installate di recente nel vano scale, dopo la caduta di una paziente. «Delle grate orrende e inutili», ha commentato Dell’Acqua.

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Le rassicurazioni di Trincas

Su questo punto Trincas ha assicurato che le reti «verranno rimosse in tempi rapidi e sostituite con delle protezioni in plexiglass: un nuovo sollecito è partito domenica scorsa». Il dirigente di Asugi ha poi spiegato che «da oggi l’ingresso di viale Miramare rimarrà aperto» e che «a partire da fine ottobre disporremo di nuove risorse per rafforzare soprattutto il centro di via Gambini, attualmente l’unico aperto sulle 12 ore e non 24. Aspettiamo almeno quattro infermieri».

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Rassicurazioni e aperture che non sono bastate a fermare la protesta, ma che sono state comunque accolte favorevolmente, con l’auspicio che, usciti di scena giornalisti e telecamere, «il cancello resti aperto ogni giorno e le grate in metallo vengano rimosse presto - ha rimarcato Peppe Dell’Acqua -: vigileremo affinché ciò accada. Chiediamo maggiore attenzione e un cambiamento di rotta. Il direttore del Dipartimento di salute mentale non è per noi un avversario, tantomeno lo sono gli operatori, sempre più brutalmente ridotti, che io ammiro perché continuano a mantenere il filo con quella storia per cui siamo qui, malgrado l’ostilità ideologica della giunta regionale e dei vertici di Asugi, sordi a qualsiasi interlocuzione e alla partecipazione, vera, delle associazioni. Qui - ha aggiunto lo psichiatra - va valorizzata, attraverso gli investimenti e il ricambio generazionale, una capacità che non è tecnica, bensì umana, di presenza: se non hai quella, puoi usare tutte le manette e i farmaci che vuoi, ma non funziona».

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La carenza di personale

Secondo Pierfranco Trincas «non siamo davanti a un depauperamento della legge Basaglia, che viene rispettata e attuata con la prevenzione, la rapida presa in carico, e l’inclusione sociale e lavorativa». Il direttore del Dsm non ha negato la carenza di personale: «tra Trieste e Isontino oggi mancano tre psichiatri e sei psicologi, che però contiamo di inserire entro fine anno, perché la Direzione ci ha dato assicurazioni in tal senso. È in corso il concorso per tre posti da psichiatra e ci sono 35 iscritti. Poi utilizzeremo la graduatoria del concorso per psicologi, per assumere nuove figure. L’obiettivo è rafforzare in particolare il centro di via Gambini, dove a settembre sono previsti dei lavori di messa in sicurezza: il centro rimarrà aperto e verrà trasferito provvisoriamente a San Giovanni. Da fine ottobre avremo le risorse per estendere nuovamente l’apertura sulle 24 ore. Stiamo inoltre organizzando - ha concluso Trincas - uno sportello cui utenti e familiari potranno rivolgersi per riferire le problematiche ed eventuali malfunzionamenti».

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