La protesta animalista fa breccia e cancella la “Barcolana Pesca”
TRIESTE «Una grande gara di pesca subacquea e di superficie che interesserà tutto il golfo e alla quale prenderanno parte club provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. Ci sarà spazio anche per momenti didattici e, alla fine, la preparazione di un gigantesco brodetto di pesce che potrà essere consumato da tutta la cittadinanza». Con queste parole, lo scorso marzo, il patron della Barcolana, Mitja Gialuz, annunciava la nascita di una nuova manifestazione a margine della regata, la “Barcolana pesca”, che si sarebbe dovuta svolgere nel weekend tra il 1° e il 2 ottobre.
Si sarebbe, appunto. Perché niente di tutto questo è mai avvenuto. La “Barcolana pesca”, infatti, è morta prima ancora di vedere la luce, cancellata da un giorno all’altro dal fittissimo calendario di eventi collaterali alla Coppa d’Autunno nel silenzio generale, con buona pace degli amanti della pesca sportiva. E questo nonostante gli annunci, il regolamento di gara e i moduli di iscrizione già diffusi dalle due società co-organizzatrici, gli Amici del Bunker e il circolo Tergeste Sub.
Ma cosa ha decretato la morte prematura della kermesse che avrebbe dovuto affiancare le già note “Barcolana nuota” e “Barcolana rema”? I retroscena dell’accaduto emergono solo ora, a regata conclusa. Tutto è partito lo scorso agosto, quando sul web è apparsa la petizione dal titolo “Barcolana: regate sì, uccisione di pesci no!” lanciata dal gruppo di animalisti AgireOra Newtwork, che voleva così «salvare centinaia di pesci che continuerebbero a vivere nel mare anziché essere uccisi per divertimento».
Oltre alle firme raccolte - un migliaio a detta degli organizzatori -, gli stessi hanno anche invitato i loro sostenitori a spedire mail e lettere alle istituzioni, ai media e agli sponsor della regata, per sottolinere, come si legge sugli appelli Facebook, come «anche la loro immagine verrebbe macchiata da questa crudeltà gratuita sugli animali». Un pressing durato oltre sei settimane, fino alla decisione di Gialuz di fare marcia indietro e annullare l’evento per non “macchiare” la Barcolana con una manifestazione sgradita a parte della popolazione, ma anche per evitare tensioni inutili, considerando che la gara si sarebbe dovuta svolgere in contemporanea con il concertone di Alvaro Soler e l’arrivo in città del leader leghista Matteo Salvini.
«L’intento della Barcolana non è mai quello di dividere, ma di unire nella cultura del mare - ha spiegato il patron della Svbg -: se un appuntamento crea problemi allora è meglio non farlo. Quando si tratta di certi temi, poi, la Rete non aiuta perché semplifica i messaggi, nel bene e nel male». La decisione di annullare la manifestazione è stata concordata con il prefetto Annapaola Porzio, che però sottolinea come non sia stata legata a ragioni di pubblica sicurezza: «Si è trattata di una scelta fatta dagli organizzatori della Barcolana in totale autonomia - precisa -: semplicemente è prevalsa la voglia di far vivere a Trieste un momento di festa, senza macchiarlo con un evento che avrebbe creato tensioni».
Dalla Fipsas - Federazione italiana pesca sportiva attività subacquee e nuoto pinnato, il presidente provinciale Renato Del Castello fa sapere che la scelta della Federazione è stata quella del silenzio, «per non alimentare le polemiche» nonostante l’amarezza per la cancellazione di un evento che era stato già organizzato nei minimi dettagli, con tanto di sfondo benefico (il brodetto di pesce sarebbe stato legato a una raccolta fondi, a offerta libera, per i terremotati). Una strada opposta a quella intrapresa dai promotori della petizione, che hanno invece esultato per il dietrofront con un lungo post sul loro sito dall’eloquente titolo: “Vittoria! Tutti assieme abbiamo bloccato le gare di pesca a Trieste”: «Immaginate l’agonia di questi poveri animali, una montagna di poveri corpi allo stremo - si legge sulla pagina di AgireOra -: grazie a voi che avete partecipato alle proteste rimarranno a nuotare liberi: avete salvato centinaia di pesci da una morte atroce».
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