La profezia dei Maya una “bufala” inventata ai giorni nostri
21 dicembre 2012, l'Apocalisse predetta dai Maya non si è avverata. Nonostante le numerose profezie elaborate da personaggi di tutte le nazionalità e religioni la fine del mondo è ancora attesa dalle migliaia di fanatici nascosti nei bunker muniti di kit di sopravvivenza comprati ad hoc. Ma da dove deriva realmente questa credenza? Certamente non dall'antica popolazione dello Yucatan. Dobbiamo ringraziare infatti lo scrittore americano di origine messicana José Arguelles che nel suo libro "il fattore Maya" scrive: «In questo giorno l'uomo vivrà un cambiamento tanto sconvolgente da poter addirittura scomparire». La frase è stata considerata dai fatalisti come una predizione dell'estinzione del genere umano. In realtà, lo scrittore per un errore di inetrpretazione del calendario Maya, avrebbe sbagliato la data in cui la "grande svolta" sarebbe dovuta avvenire, annoverandola come la fine del mondo. Dopo la pubblicazione del libro una vasta parte della popolazione mondiale, circa il 10%, come dimostrato da alcuni sondaggi, ha creduto in quest'inquietante rivelazione. La causa? L'incessante tendenza dei media ad alimentare tale prospettiva e a diffondere teorie catastrofiche come l'arrivo di asterodi o il rovesciamento dei poli magnetici, tanto che negli Stati Uniti la paura dell'Apocalisse ha investito anche bambini e adolescenti, portando addirittura a dei casi di suicidio. Quella di Arguelles non è stata la prima spaventosa predizione riguardante la fine del mondo e l'estinzione dell'umanità; prima di lui il papa Innocenzo III, Nostardamus e altri personaggi avevano previsto catastrofi simili. Ma l'apocalisse non ha preoccupato solo personaggi sprovvisti di una formazione in materia astronomica: anche la famosa astrofisica triestina Margherita Hack ha espresso la propria apprensione al riguardo: «Una seria minaccia potrebbe essere l'asteroide Apophis: una massa di roccia lunga 320 metri che nel 2036 potrebbe piombare sulla terra, sprigionando un'energia mille volte superiore a quella atomica su Hiroshima», ma la notizia è stata smentita da altri scienziati.
Beatrice Bandera
Classe 2.a F
Liceo classico F. Petrarca
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