La premier serba ferma Rio Tinto e il business delle miniere di litio

I detrattori scettici: troppi interessi in gioco

Mauro Manzin
epa09673564 Protesters stop vehicles at the E-75 highway in Belgrade, Serbia, 08 January 2022. Protesters in Belgrade and in other locations in Serbia blocked main roads and bridges to oppose Rio Tinto's plan to launch an extensive mining operation in the country. Rio Tinto Group is a multinational and the world's second-largest metals and mining corporation. EPA/ANDREJ CUKIC
epa09673564 Protesters stop vehicles at the E-75 highway in Belgrade, Serbia, 08 January 2022. Protesters in Belgrade and in other locations in Serbia blocked main roads and bridges to oppose Rio Tinto's plan to launch an extensive mining operation in the country. Rio Tinto Group is a multinational and the world's second-largest metals and mining corporation. EPA/ANDREJ CUKIC

BELGRADO. La Serbia potrebbe presto annullare tutti i contratti relativi al progetto della miniera di litio Rio Tinto da 2, 4 miliardi di dollari, come ha annunciato il primo ministro Ana Brnabić, spiegando che il governo sta ascoltando la nazione.

Il gigante minerario prevedeva di aprire una miniera di litio a Ložnica, nella valle del fiume Jadar, nella Serbia occidentale, progetto che però ha incontrato una forte opposizione da parte degli ambientalisti e proteste di massa in tutto il Paese. Secondo gli ambientalisti, la miniera causerebbe danni irreparabili all’ambiente, mentre Rio Tinto afferma che il progetto soddisfa tutti gli standard ambientali serbi ed europei. Ma per diverse settimane di seguito, i manifestanti contro la miniera hanno anche organizzato la chiusura di massa del traffico, esprimendo il loro disaccordo con il progetto a Ložnica e bloccando non solo la capitale Belgrado, ma in pratica tutti i centri nevralgici del Paese. Le proteste di massa hanno portato non pochi grattacapi al presidente serbo Aleksandar Vučić in vista delle elezioni presidenziali e parlamentari di aprile e le autorità si stanno allontanando sempre più dal progetto, che fa parte degli sforzi di Belgrado per rilanciare l’economia e attrarre nuovi investimenti.

Il primo ministro Ana Brnabić ha affermato sabato scorso che non hanno promesso nulla a Rio Tinto e non hanno fatto nulla che il pubblico non sapesse. «Abbiamo agito in modo trasparente, stiamo ascoltando le persone», ha detto Brnabić, aggiungendo che ora devono vedere quanto dovrebbe essere pagato se risolvessero il contratto per il progetto. Brnabić ha sottolineato che il governo è vicino alla decisione di sospendere tutti gli accordi con Rio Tinto presi dai governi precedenti nel 2004 e nel 2006. Ma la premier ha anche precisato che il governo deve raggiungere un accordo con il presidente Vučić per qualsiasi decisione. Vučić che ha più volte affermato che l’apertura della miniera dipenderà dall’esito di uno studio ambientale e da un referendum.

Ma chi è Rio Tinto? Una multinazionale australiano-britannica dalla fama alquanto controversa. Per chiarire meglio come opera vi proponiamo alcuni titoli di quotidiani nel mondo. «Le autorità cinesi condannano quattro dipendenti di Rio Tinto a 14 anni di carcere per corruzione e uso improprio dei dati». «Nuova Guinea: Rio Tinto avrebbe offerto tangenti in cambio di minerale di ferro». «La distruzione dell’area aborigena di 46. 000 anni fa ha spazzato via i leader della società mineraria». «Rio Tinto accusato di complottare per assassinare un attivista in India».

Di cosa hanno paura i serbi? «Sappiamo molto bene cos’è Rio Tinto. In effetti, abbiamo più paura che il nostro Paese si comporti in modo clientelistico e lobbistico nei confronti di un’azienda che ha sia un passato che una storia di atti criminali», ha detto a Rtv Slovenija Miroslav Mijatović, presidente del Podrinje Anti-Corruption Team (Pakt). Rio Tinto non dispone ancora di tutte le autorizzazioni edilizie del caso, ma l’azienda è convinta che il governo serbo darà loro il via libera non appena presenteranno una valutazione di impatto ambientale, prevista per quest’anno. A tal fine, hanno commissionato 12 studi ambientali.

E Mijatović sorride all’argomento. «Il problema è che Rio Tinto paga per tutti questi studi ambientali. Da questo famoso studio dal quale Vučić dice che sapremo come stanno le cose in verità non sapremo nulla perché Rio Tinto paga per questa ricerca. Abbiamo anche scoperto che le nostre facoltà stanno collaborando con Rio Tinto e non ci consegnano i documenti, nonostante la decisione del Commissario per l’informazione di farceli avere».

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