La Prefettura di Trieste ordina la stretta sui controlli: «Non si può abbassare la guardia adesso»

Scattano anche verifiche a tappeto nei supermercati decise dalla Procura per scongiurare rincari ingiustificati nei prezzi
Un posto di blocco (Bruni)
Un posto di blocco (Bruni)

TRIESTE Da un lato la Prefettura che annuncia una nuova stretta sui controlli, mandando in strada più agenti e più militari. Dall’altro la Procura che avvia screening a tappeto nei supermercati della città per accertare che nessuno approfitti dell’emergenza aumentando i prezzi. Una doppia offensiva doppia sferrata per far fronte all’emergenza coronavirus.



Il procuratore di Trieste Carlo Mastelloni ha incaricato i Carabinieri del Nucleo investigativo di avviare verifiche in particolare sui beni di prima necessità: pane, pasta, acqua, latte, uova, carne, olio, frutta e verdura, ad esempio. Ma anche prodotti per l’igiene personale. Un’operazione molto articolata avviata già da qualche giorno, con sopralluoghi e analisi della documentazione: i militari stanno acquisendo i tabulati di vari esercizi commerciali che fanno capo ai diversi marchi della grande distribuzione.

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Analoghi monitoraggi sono estesi ai piccoli rivenditori. L’intenzione è confrontare i prezzi esposti in questo periodo di allarme con quelli delle scorse settimane e dei mesi scorsi (fino a dicembre) quando la situazione era ancora del tutto tranquilla. L’esito si conoscerà nei prossimi giorni. Nel caso in cui i Carabinieri accertino ritocchi ingiustificati, potrebbe scattare un’incriminazione per il reato previsto dall’articolo 501 bis del codice penale (manovre speculative su merci).


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Nel frattempo scatta anche il piano della Prefettura per intensificare le verifiche in strada sugli spostamenti delle persone. Sono 814 i cittadini controllati a Trieste dalle forze dell’ordine nel corso dell’ultima rilevazione: 32 i sanzionati. Numeri ancora troppo bassi, se si considera la quantità di persone che ha ripreso a circolare indisturbata. «In tal senso il questore di Trieste, d’intesa con i comandi provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza e con le Polizie locali – si legge in un comunicato della Prefettura – ha predisposto un piano per incrementare la presenza delle pattuglie con il chiaro indirizzo di contrastare condotte non regolari. In quest’ottica saranno anche attentamente vagliate le autocertificazioni prodotte dai cittadini attraverso accertamenti posteriori sulla veridicità delle stesse».

Come noto le false dichiarazioni riportate sul modulo di autocertificazione sono punite con pene che possono arrivare fino a sei anni di reclusione. «Non è il momento di rilassarsi – dichiara il prefetto Valerio Valenti – non è il momento di assumere comportamenti che possono compromettere tutti i sacrifici fino ad ora fatti. È doveroso non mollare, non lasciarsi andare. Soprattutto per onorare e rispettare il lavoro di quanti a rischio della propria vita sono in prima linea nell’azione di contrasto all’epidemia».

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Anche il Codacons si fa avanti. L’associazione ha chiesto alla Regione di intervenire per bloccare le speculazioni sui test diagnostici impiegati per individuare le infezioni da Covid-19. «Si stanno moltiplicano in tutta Italia centri e laboratori che offrono esami a domicilio – avverte – e applicano tariffe del tutto fuori mercato». —

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