La portacontainer Al Filk sequestrata a Monfalcone diventa un caso nazionale
MONFALCONE La fotografia che, lo scorso 8 febbraio, la portacontainer Al Filk, 4.388 tonnellate di stazza lorda, battente bandiera della Tanzania, ha consegnato agli ispettori della Direzione marittima di Trieste, quando sulla scorta di verifiche di prassi si sono accinti a perlustrare gli ambienti di bordo, non ha precedenti, almeno non recenti, a Monfalcone.
Una situazione così carente e pesante da sospendere, quel giorno stesso, l’attività in corso: una decisione di per sé di carattere eccezionale. Che ha offerto il la, dopo i primi accertamenti, a ulteriori disamine, anche sulle documentazioni esibite. E quest’ulteriore lavoro di approfondimento è sfociato, nell’ultimo periodo, in un sequestro penale, su impulso della Procura di Gorizia. Provvedimento scaturito, in parte predominante, dalla non conformità rilevata su alcuni documenti, i certificati statutari. Insomma, irregolarità su irregolarità.
Non sono tuttavia solo gli occhi delle autorità competenti a essersi puntati sulla Al Filk, ormeggiata ormai da quattro mesi, con l’equipaggio di 11 marittimi rimasti (alcuni sono stati avvicendati e sostituiti), all’accosto 3 di Portorosega.
Martedì una troupe Rai ha svolto delle riprese nel perimetro dello scalo marittimo. Ovviamente non a bordo della portacontainer, appunto oggetto di provvedimento. I professionisti dell’informazione hanno voluto filmare da fuori la nave perché è tra quelle che, nei porti italiani, ricade nello stato di «detenuta», per gli accennati problemi, con tutte le conseguenze del caso per l’equipaggio, in situazione di stress.
I marittimi, se decidono di andarsene, rischiano di non vedere più il salario. S’è quindi avviata una bella catena di solidarietà per sopperire ai disagi di bordo, con generi di prima necessità. La trasmissione che ha disposto le riprese a Portorosega è “Il fattore umano”, in onda su Rai 3, e questa puntata andrà in onda a settembre.
Ma c’è il rischio che la Al Filk, con il suo equipaggio di egiziani, libici, filippini, turchi, resti a Monfalcone ancora a lungo? La portacontainer, anno di nascita 1999, ha un suo valore sul mercato, non è ancora – per capirsi – una carretta del mare. E infatti la sensazione è che l’armatore turco voglia prima o poi farla ripartire, quest’imbarcazione, lunga 111 metri, proveniente da Misurata. Lo potrà fare quando questa avrà raggiunto i requisiti necessari alla navigazione. E anche lì, la prima prescrizione sarà quella di infilarsi in un bacino e sottoporsi al carenaggio, da anni inassolto.
Gli ispettori del nucleo Psc avevano riscontrato gravi condizioni, sub-standard, sulla sicurezza della navigazione, delle condizioni di vita e lavoro a bordo dei marittimi. Contratti errati e scaduti da tempo, precarie condizioni igieniche, carente preparazione nella gestione delle emergenze, pure rilevanti perdite d’olio da apparati in sala macchine.
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