«La poltrona di Monassi frena le nuove Autorità portuali»

Secondo indiscrezioni, il ministro Lupi continua ad appoggiare la presidente triestina - in scadenza a fine anno - che punta tutto sulla riconferma. La bozza della riforma: scavalcati gli enti locali, niente più terne, nomina diretta
Foto Bruni 21.03.14 Trieste Terminal molo VII: si scarica con 5 gru la nave container
Foto Bruni 21.03.14 Trieste Terminal molo VII: si scarica con 5 gru la nave container

La poltrona di Marina Monassi, oltre alle pressioni territoriali che spingono per tenere in piedi il maggior numero possibile delle attuali Autorità portuali, sarebbe stata la causa principale a tenere in bilico il varo della riforma sui porti prevista all’interno del decreto Sblocca Italia, ieri sera all’esame del Consiglio dei ministri. La bozza tenderebbe a mettere assieme il punto di vista del ministro di Infrastrutture e trasporti Maurizio Lupi (Nuovo centrodestra) con quello del Partito democratico di cui è vicesegretario, oltre che responsabile nazionale per le infrastrutture, Debora Serracchiani. Tra le novità introdotte, anche quella che riguarda la procedura di nomina dei presidenti delle Authority: non più le terne presentate da Comuni, Provincia e Camera di commercio tra cui il ministro poteva scegliere solo in accordo con il presidente della Regione, bensì una designazione pressoché diretta da parte del ministro stesso al quale spetterebbe l’ultima parola se non vi fosse concordanza di vedute con il presidente della Regione. Secondo il Secolo XIX di Genova, illazione ripresa ieri anche da alcuni siti web specializzati e no, in questo articolo della nuova legge Serracchiani avrebbe visto una forzatura da parte di Lupi con lo scopo principale di confermare nell’incarico a Trieste Marina Monassi, il cui mandato scade a metà gennaio 2015.

Ettore Rosato, deputato triestino da sempre attento alle questioni portuali ha definito ieri pomeriggio questa illazione «una solenne stupidaggine». Secondo Francesco Russo, senatore dello stesso partito, il confronto semmai si potrà aprire una volta varata la riforma. Che Marina Monassi sia stata negli ultimi mesi molto vicina al Nuovo Centrodestra, molto più che a Forza Italia, è comunque nei fatti. Nell’agosto 2013 l’Autorità portuale triestina, unica Authority italiana, ha partecipato con un proprio stand al meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, di cui è stata annoverata tra gli sponsor. Gran cerimoniere del meeting, dopo la caduta di Roberto Formigoni, proprio il ministro ciellino Lupi. Nel marzo scorso all’inaugurazione del restauro della Sottostazione elettrica del Porto Vecchio è intervenuta Barbara Degani, sottosegretario all’Ambiente di Nuovo Centrodestra.

Ma il rinvio del varo della riforma è stato chiesto ieri, tra gli altri anche dai parlamentari liguri del Pd che si oppongono all’accorpamento di Savona a Genova. E anche Salerno non vuole l’accorpamento con Napoli. Con la nuova legge le Autorità portuali passerebbero da 24 a 15. I Comitati portuali verrebbero aboliti, derubricati forse a Commissioni consultive. In polemica contro la riforma, definita «un’occasione persa» si è dimesso ieri da Assoporti il presidente dell’Authority di Genova, Luigi Merlo.

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