La polizia municipale di Trieste reagisce alle frasi del consigliere No green pass Ugo Rossi

Il consigliere 3V sostiene di essere stato pestato dagli agenti dopo l’arresto al Toti. I video della caserma lo smentirebbero. De Blasio: «Difendo la dignità del Corpo»
Gianpaolo Sarti

TRIESTE Non sono di certo passate inosservate le accuse del consigliere comunale del Movimento 3V Ugo Rossi rivolte agli agenti della Polizia locale che lo avevano arrestato la mattina del 4 febbraio. Rossi, ora ai domiciliari, sostiene di essere stato «picchiato» da otto poliziotti della municipale all’interno della caserma San Sebastiano, dove era stato portato in seguito all’episodio avvenuto al ricreatorio Toti. Nella struttura di San Giusto, quella mattina, era in corso un sopralluogo della commissione comunale di cui l’esponente 3V faceva parte; ma Rossi era entrato privo di Green pass. Gli agenti della Polizia locale avevano dovuto portare via il consigliere con la forza dopo la sua ostinazione a voler rimanere nel ricreatorio senza certificazione sanitaria. Rossi aveva opposto resistenza, come documentato da alcuni video registrati dalle persone presenti in quel momento.

Quindi l’arresto. «Poi mi hanno picchiato in caserma in otto», ha affermato pubblicamente l’esponente 3V nell’intervista al Piccolo di martedì. Parole che il consigliere comunale aveva già pronunciato in quel periodo attraverso i suoi canali social con il risultato di fomentare l’aggressività verbale dei No Green pass nei confronti delle forze dell’ordine nelle successive manifestazioni.

E ora lo ha ribadito, affermando di avere in mano i referti medici che confermerebbero questo presunto pestaggio.

Le sue dichiarazioni al giornale sono sulla scrivania dei vertici della Polizia locale e dell’assessore alle Politiche della sicurezza Maurizio De Blasio, che stanno valutando una querela per diffamazione (o calunnia qualora Rossi si fosse rivolto all’autorità giudiziaria).

D’altronde il corpo della Polizia locale ha già trasmesso i filmati alla magistratura: video che documentano sia quanto accaduto al ricreatorio Toti, sia l’intero l’arco temporale in cui il consigliere comunale è stato trattenuto nelle stanze della caserma San Sebastiano (tranne i minuti in cui è andato in bagno). La struttura infatti e dotata di un sistema di videosorveglianza interna.

«Già la sera stessa in cui Rossi aveva rivolto questo tipo di accuse alla Polizia locale avevo espresso la mia personale vicinanza e solidarietà agli agenti coinvolti», osserva l’assessore De Blasio. «Io ho massima fiducia nel modo di operare della Polizia locale – aggiunge – quindi non ho alcun dubbio sul loro comportamento. Per quanto riguarda il discorso politico, ognuno sceglie il modo con cui intende portare avanti le proprie battaglie. Io sono responsabile organizzativo di un partito che di battaglie ne fa, ma sempre rispettando le regole e la collettività. Rossi si assumerà le responsabilità per i suoi comportamenti e le sue affermazioni». L’assessore rende noto che «è in corso una iniziativa da parte del Comando della Polizia locale per mettere in atto quanto necessario per difendere la reputazione la dignità del Corpo».

Il consigliere 3V ora è sospeso dalla carica politica con un atto della Prefettura, proprio per effetto della misura cautelare degli arresti domiciliari che dovrebbe concludersi il 4 maggio. L’attivista No Vax e No Green pass ha già alle spalle una condanna a 5 mesi di reclusione per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate, pronunciata il 12 gennaio dal Tribunale per un episodio analogo avvenuto a settembre con i Carabinieri davanti all’ufficio postale di viale Sanzio.

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