La Polizia locale scopre una villetta abusiva a Trieste

Pratica inviata alla Procura. Il reato ipotizzato a carico del proprietario del manufatto è realizzazione di opera in assenza di permesso di costruire
Foto BRUNI Trieste 27 04 2011 Polizia Municipale
Foto BRUNI Trieste 27 04 2011 Polizia Municipale

La Polizia locale di Trieste ha consegnato in questi giorni alla Procura della Repubblica una pratica che avrà sicuramente interessanti sviluppi in tema di abusivismo edilizio. Tutto è iniziato - spiega in una nota il corpo dei vigili urbani - con una segnalazione dell’Ufficio tributi del Comune: da controlli incrociati con il Catasto erano emerse alcune incongruenze su dei manufatti edili, intestati alla stessa persona, in zona Monte San Pantaleone. Sui Registri dell’amministrazione comunale risultava un deposito attrezzi interrato (dal 1995), al quale si erano aggiunti una tettoia aperta su due lati (2002) e un soppalco (2008); due anni dopo era stato denunciato il ripristino di un muro di contenimento e, due anni più tardi ancora, di una scala di collegamento tra due pastini. Il Catasto, invece, dopo un sopralluogo nel 2008, aveva riclassificato l’immobile da C2 e C7 (magazzino e tettoia aperta) ad A7 (villino).

Il Nucleo polizia edilizia della Polizia Locale è stato perciò incaricato di fare alcuni indagini che si sono concluse con un corposo fascicolo completo di dossier fotografico: una villetta con scorcio sul mare, cantina, deposito attrezzi a lato e un bella piscina, pronta per tuffarcisi. Quasi tutto abusivo e difficilmente sanabile: il reato ipotizzato è la realizzazione di opera in assenza di permesso a costruire, reato per il quale le norme prevedono come pena l’arresto fino a due anni e un’ammenda da 5.164 a 51.645 euro.

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