La polizia accusa gli indignatI: «Lattine contro di noi»

Dopo gli scontri di venerdì a Trieste fra polizia e dimostranti (due i giovani feriti) davanti all’ex Banco di Napoli, le forze dell'ordine lanciano la denuncia. Quattro agenti contusi
Silvano Trieste 12/11/2011 Manifestazione e Scontri con le Forze dell' Ordine
Silvano Trieste 12/11/2011 Manifestazione e Scontri con le Forze dell' Ordine

Il giorno dopo l’assalto al palazzo dell’ex Banco di Napoli in corso Italia, si scatena la polemica non solo sui feriti (anche quattro agenti oltre ai due manifestanti) ma soprattutto sulle versioni dei fatti. Veleni da una parte, veleni dall’altra.

Quelli di “Occupy” parlano di assalti violenti da parte delle forze dell’ordine per «impedire al corteo di entrare in un palazzo utile a nessun altro, assediando i venti ragazzi che erano già entrati». Replicano dalla Questura sostenendo che «bisognava impedirlo, perché l’occupazione di una proprietà altrui è un reato».

La ricostruzione della manifestazione coincide fino a quando, seguendo un percorso non previsto e non comunicato alla Digos, un gruppetto di una ventina di persone è andato a prendere possesso dei locali abbandonati dell’ex Banco di Napoli di corso Italia. Lo conferma Luca Tornatore, uno dei leader del movimento: «Non è che andiamo a dire alla polizia che occupiamo un posto. Ognuno fa il suo mestiere. L’itinerario del corteo è stato cambiato rispetto a quello comunicato. Ma il nostro piano era quello di entrare nella banca. Il dialogo è impossibile. Sono volate due lattine vuote e gli agenti sono partiti con i manganelli...».

Il questore Giuseppe Padulano preferisce inviare una nota: «Nel momento in cui la pressione dei 200 manifestanti si è fatta eccessiva e preceduta da un fitto lancio di barattoli di birra, è partita solo un’azione di alleggerimento volta esclusivamente a proteggere gli agenti sul posto che altrimenti sarebbero stati schiacciati contro il muro della banca». Ma a microfoni spenti Padulano parla di «equilibrio e senso di responsabilità» e ripete: «Nessun intervento sproporzionato». Ma gli Indignati non ci stanno: «La risposta è stata un muro di manganelli, caschi e scudi che non hanno esitato ad aggredire ragazzi a mani alzate».

La ricostruzione è ufficialmente in mano agli investigatori della Digos che stanno esaminando le immagini dei filmati e delle fotografie. Si parla di una ventina di denunciati per i reati di occupazione, manifestazione non autorizzata e interruzione di pubblico servizio. Il riferimento è agli autobus e ai taxi che sono rimasti bloccati nel tratto di corso Italia e poi progressivamente in tutta la città. Il corteo era partito regolarmente da piazza Oberdan attorno alle 16.30. Tutto previsto, sia annunciato sui social network che comunicato in Questura. Gli Occupy hanno seguito via Ghega e via Roma fino a corso Italia. E lì c’è stato il cambio di percorso. Apparentemente un fuori programma, in realtà era tutto previsto. Perché già ben prima delle 16.30 un gruppo di una ventina di ragazzi aveva preso possesso dei locali dell’ex Banco di Napoli. Erano entrati dopo aver segato catene, rotto lucchetti e staccato pannelli metallici che chiudevano le porte. Attorno all’edificio erano schierati una trentina di agenti in assetto antisommossa.

Il primo scontro è avvenuto proprio in quel momento e cioè quando il corteo è arrivato davanti alla banca. È volata qualche lattina. E questo mentre poliziotti, carabinieri e finanzieri cercavano di liberarsi dalla morsa.

Alle 18 il corteo ha puntato verso piazza Goldoni, ma dopo circa un’ora i manifestanti sono ritornati indietro. Gli agenti hanno alzato gli scudi e sono avanzati. Ed è stato a a questo punto che un manifestante è stato ferito alla testa. «Lo hanno colpito alle spalle», diranno poi gli organizzatori. Il giovane è stato trasportato da un’ambulanza del 118 a Cattinara. Lì una pattuglia dei carabinieri lo ha raggiunto e identificato sottoponendolo (inspiegabilmente) all’etilometro. Intanto in corso Italia si è avviata una trattativa per fare uscire gli occupanti dalla ex banca. Ma quando si è aperta la porta di servizio dell’edificio, altri manifestanti hanno tentato di entrare. Si è creato un parapiglia dove negli scontri sono rimasti feriti quattro poliziotti (calci e spintoni) mentre due funzionari della Questura sono stati colpiti da lattine, sebbene senza gravi conseguenze. Gli agenti hanno riportato lesioni guaribili in pochi giorni. La situazione si è stabilizzata solo attorno alle 20, quando chi era in banca è uscito. Tutti sono andati a occupare l’ex ufficio immigrati del Comune in via del Sale, in Cavana. Ora restano le polemiche.

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