La pioggia “risveglia” gli asparagi selvatici E la raccolta riparte

FIUME. Le abbondanti piogge dei giorni scorsi e le temperature alquanto elevate hanno “risvegliato” una pianta tipicamente primaverile ma non rara nel mese di settembre: l’asparago selvatico. I...
Di Andrea Marsanich

FIUME. Le abbondanti piogge dei giorni scorsi e le temperature alquanto elevate hanno “risvegliato” una pianta tipicamente primaverile ma non rara nel mese di settembre: l’asparago selvatico. I raccoglitori di “sparisi” o “sparughe” (per dirla nei dialetti istriano e fiumano) possono pertanto beneficiare di una o due settimane aggiuntive dopo i mesi di marzo, aprile e maggio, abbinando magari questa attività alla raccolta di funghi. Quest’ultimi stanno vivendo il culmine della loro stagione, con migliaia di persone che si addentrano nelle regioni interne di Istria e Quarnero per portare a casa questo delizioso prodotto.

Gli asparagi hanno però sorpreso la popolazione nordadriatica perché apparsi in modo molto più abbondante rispetto a quanto registrato a cavallo tra estate ed autunno negli anni passati. I primi esemplari sono sbucati una quindicina di giorni fa, per la gioia di coloro che amano vederli sulle proprie tavole, ad insaporire una frittata, a macchiare di verde i risotti oppure in altri modi. Senza dimenticare il brodo di asparagi, una vera delizia. L’asparagus acutifolius è apparso in modo più massiccio giorni fa, segnalato sia lungo la fascia costiera, sia sui rilievi istroquarnerini. Gli amanti della passeggiata sul lungomare Volosca–Laurana hanno fatto bottini discreti, qualcuno li ha raccolti a monte di Medea, altri hanno fatto capolino nelle vicinanze della fonte Vrutki ad Abbazia. Fin qui l’area liburnica, con mazzi di asparagi presi nel resto del Quarnero (anche a Fiume) e sulle isole.

L’Istria, in questo campo, non ha tradito né tradirà mai le attese, con riapparizione di “sparisi” in parecchie zone della Penisola. Secondo gli esperti, la consistente comparsa è il risultato della “situazione caotica in cui si trova la natura, fenomeno causato dalle attività umane”. Recentemente sul Monte Maggiore è fiorito il brugo o erica selvatica, il che viene ritenuto un evento insolito per la stagione in corso e per essersi verificato a quota abbastanza alta.

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