La Piattaforma logistica passa in mani straniere. Colosso cinese in pole
TRIESTE Entro fine anno un grande operatore internazionale entrerà in forze nella società che controlla la Piattaforma logistica. La voce gira insistente da giorni e trova conferme tra gli operatori del porto di Trieste, convinti che un player di caratura mondiale stia per chiudere un’intesa con Parisi Group e Icop per acquisire la maggioranza delle quote della Docks San Servolo, impresa creata per la costruzione e la successiva gestione della più imponente opera oggi in costruzione nel sistema portuale italiano.
La trattativa va avanti da quasi un biennio e, dopo contatti avuti con alcuni fra i principali protagonisti della logistica globale, vede gli imprenditori Francesco Parisi e Vittorio Petrucco vicini alla firma. Ad aver preso informazioni in questi anni sono stati quattro soggetti: Autorità portuale di Singapore (Psa), Dubai Ports World, China Merchants Group (Cmg) e il fondo sovrano Qatar Investment Authority (Qia). Tutti gli indizi portano però a Cmg, tanto più dopo le recenti parole di Zeno D’Agostino, che ha parlato della concretezza dell’interesse di «società statali cinesi a entrare nel capitale di alcuni degli operatori del porto», spiegando che «sono dialoghi maturi e nel giro di qualche mese, avremo notizie ufficiali». Frasi che arrivano un anno dopo le ammissioni dello stesso Parisi sulla possibilità di chiudere con un mai nominato gruppo cinese, che potrebbe acquisire la maggioranza di Docks San Servolo o limitarsi ad una consistente partecipazione azionaria.
Fondato nel 1872, China Merchants è un colosso capace di totalizzare nel 2017 un fatturato da 78 miliardi di euro e un utile da 17,7, oltre a possedere asset per più di mille miliardi di euro. Numeri che ne fanno la seconda società più redditizia della Repubblica popolare, dopo avere avuto un ruolo fondamentale nella modernizzazione della Cina imperiale, avendo creato la prima flotta commerciale, la prima banca e la prima assicurazione del Paese. Oggi Cmg ha un ruolo centrale nella costruzione del progetto della nuova Via della Seta e opera in 53 porti in 20 stati diversi, avendo un ruolo da protagonista in numerosi altri ambiti, dalla finanza all’immobiliare, dalla costruzione di autostrade al ruolo di leader mondiale nella realizzazione di navi e piattaforme off-shore. Un gigante capace di movimentare cento milioni di container all’anno e far viaggiare 42 petroliere.
È l’agenzia Bloomberg a informare a luglio che Cmg ha stanziato 12 miliardi per nuovi investimenti in patria e all’estero. Cifra davanti a cui i 130 milioni spesi per realizzare la Piattaforma logistica diventano una briciola. Pur avendo acquistato l’intero porto greco del Pireo, i cinesi stanno sperimentando la difficoltà a realizzare in tempi rapidi collegamenti verso il Nord Europa. Ecco dunque l’interesse per l’Alto Adriatico, come dimostra d’altronde la realizzazione da parte di Cmg di un centro di ricerca e ingegneria navale a Ravenna, che darà lavoro ad almeno cento persone. Entrare nel capitale di Docks San Servolo significherebbe peraltro non soltanto investire, ma assicurarsi uno scalo per i propri traffici e una concessione portuale trentennale.
Parisi tiene intanto la bocca cucita. «Nessun commento da fare. Sono in corso colloqui, che sono coperti da impegni di riservatezza». Cinesi o meno che siano gli interlocutori, Parisi sa comunque di dover appoggiarsi a un partner industriale capace di aumentare il volume dei traffici e la disponibilità a cedere il controllo della società è stata d’altronde da subito parte del progetto della Piattaforma, che potrebbe attirare traffici ro-ro e di rinfuse secche. I tempi della firma sono inoltre compatibili con i tempi di realizzazione della nuova infrastruttura, che sarà cosa fatta a metà 2019: il nuovo socio ha dunque tutto l’interesse a inserirsi subito in partita per definire concretamente l’allestimento del terminal. Boccone appetitoso, perché l’area rappresenterà la futura base di partenza del Molo VIII. —
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