«La piaga delle dipendenze si allarga fra gli under 25»

Il report del 2016 sarà pronto a gennaio, ma gli esperti sono certi di trovarsi davanti a numeri sempre più preoccupanti. È la quotidianità a parlare. Sono le centinaia di volti consumati che ogni giorno affollano gli ambulatori del Dipartimento delle dipendenze dell’Asuits a raccontare esistenze rovinate dalle sostanze. E quelle facce, avverte la direttrice Roberta Balestra, sono sempre più giovani. Ma a Trieste si fa largo anche un altro fenomeno: l’abuso di antidolorifici con componenti oppiacee. «Sono della stessa famiglia della morfina e dell’eroina», rileva la direttrice. «Il problema è che questi medicinali prendono vie traverse e arrivano ai ragazzi che li usano come droghe. Creano dipendenza e il passo successivo è l’eroina. È un fenomeno diffuso».
Direttrice, che segnali vi arrivano?
Brutti, molti brutti. Riusciamo ad avere uno spaccato del fenomeno delle dipendenze grazie alle persone che seguiamo in Dipartimento. Ma c’è una parte che non si rivolge a noi e che fa abuso di sostanze.
In termini numerici?
A gennaio avremo dati precisi sul 2016: sono certa che non ci sarà un calo degli accessi, tutt’altro. Sono pronta a leggere numeri in aumento rispetto al 2015. Il Dipartimento delle dipendenze comunque ha a che fare con 2.500 casi: 1.500 hanno problemi di alcol, tabagismo e gioco d’azzardo patologico. Gli altri mille di droga. E sono prevalentemente sostanze pesanti: eroina, cocaina, anfetamine e ossicodone. Sono presenti anche i cannabinoidi. Ma va detto che spesso un unico soggetto non assume solo un’unica droga. E poi sta crescendo anche un altro fenomeno.
A cosa si riferisce?
Ai farmaci analgesici, gli oppiacei. Sono medicinali necessari ad affrontare il dolore ma forse ci sono medici che a Trieste non li prescrivono in modo adeguato.
Perché cosa accade?
Sono nelle mani di ragazzini. Oltre la metà dei 150 giovani che seguiamo (sotto i 25 anni, ndr) è venuta a contatto con l’ossicodone. Stiamo parlando di antidolorifici con una componente oppiacea, della famiglia della morfina ed eroina. Il problema è che questi medicinali prendono vie traverse e arrivano ai ragazzi che li usano come droghe. Creano dipendenza e il passo successivo è l’eroina. È un fenomeno diffuso.
Ritiene che la diffusione delle sostanze investa soprattutto i giovani?
Credo proprio di sì. Infatti da un paio d’anni abbiamo aperto un servizio apposito per gli under 25 e gli accessi sono in crescita. Comunque il fenomeno dei ragazzini che consumano sostanze resta ancora sommerso. Il servizio che abbiamo avviato è nuovo, è come se avessimo buttato l’amo in un mare piuttosto pescoso. Purtroppo è così.
Cos’è che la preoccupa di più?
Proprio la diffusione delle sostanze tra adolescenti. In quell’età l’uso di sostanze stupefacenti è molto più rischioso. A iniziare dagli effetti, visto che lo sviluppo psicofisico non è ancora completo. Ricordiamo inoltre che l’abitudine a usare droga, tra i ragazzini, spesso è collegata con altri aspetti problematici del giovane: abbandono scolastico, conflitti in famiglia, alcol.
Ritiene che a Trieste la diffusione delle sostanze si concentri in determinate zone della città, come avveniva in passato nei quartieri più periferici? O è un fenomeno in qualche modo trasversale?
Non credo che oggi ci siano rioni in cui il fenomeno incide di più. Va tuttavia ricordato che talvolta l’uso di sostanze va di pari passo con la povertà e il disagio sociale che si avvertono in alcuni complessi condominali dell’Ater. Lì, certamente, nel tempo si sono concentrati soggetti fragili. E il disagio economico e familiare si è sommato alle dipendenze. Questo è frutto di politiche abitative sbagliate che purtroppo favoriscono il malessere. Una situazione che non può che peggiorare. Se invece si fa attenzione a questo si previene il disagio, mi riferisco soprattutto a quello delle periferie. Comunque va detto che l'uso di droghe investe tutti gli status sociali. Poveri e abbienti.
Lo spaccio, invece?
C’è dappertutto un mercato molto florido, a cui ultimamente si è aggiunto pure quello online. Ormai esiste quasi la consegna a domicilio.
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