La nursery dei volatili apre le gabbiette: tordi, assioli e ghiandaie ritrovano la libertà

Volontari e visitatori in festa nella sede Enpa per l’evento “Liberi tutti”. Tra gli uccelli curati anche un raro merlo giallo  
Silvano Trieste 2019-09-21 ENPA, liberazione degli uccelli ricoverati
Silvano Trieste 2019-09-21 ENPA, liberazione degli uccelli ricoverati

TRIESTE Pomeriggio di festa per decine di famiglie che ieri hanno potuto vedere “librare nell’aria” lo sforzo dei volontari dell’Enpa. Decine di uccelli di diversa taglia che, dopo le amorevoli cure dei volontari, hanno riassaporato la libertà, negata da una degenza forzata a causa da vari accidenti. Nel periodo estivo la “nursery” dell’Enpa si è riempita di giovani uccelli caduti dal nido o in difficoltà, oltre a quelli adulti malati o incidentati.

"Liberi tutti all'Enpa": i volatili prendono il volo


Ecco allora merli, tordi, storni, verdoni, passeri, una splendida ghiandaia, cinciallegre e 7 bellissimi assioli, di cui uno letteralmente accompagnato al volo quasi non volesse abbandonare la mano di chi in questi mesi ha saputo prendersi cura dei suoi acciacchi. Ed è stato possibile inoltre vedere il rarissimo merlo giallo. «Una tipologia che - precisa Gianfranco Urso, coordinatore del sodalizio e anima dell’oasi del Farneto - negli ultimi 20 anni abbiamo potuto osservare solo 10/11 volte».

Dietro allo spettacolo emozionante della liberazione in volo, c’è un lavoro certosino e tanta pazienza: «Molti di questi esemplari - sottolinea Urso - sono nidiacei caduti e nutriti ogni ora a stecco». E proprio l’Oasi del Farneto, alle spalle dell’area del fabbricato che ospita l’Enpa, una volta canile, ha fatto da scenario a questo momento. «L’oasi - spiega Patrizia Bufo, presidente di Enpa Trieste - è un complesso di 80 mila metri quadri di proprietà dell’associazione suddiviso in recinti, tra cui quello dell’altana da cui i nostri giovani visitatori delle scolaresche (ne ospitiamo circa 6/700 all’anno) possono osservare gli animali, oppure quello di riabilitazione per i caprioli, adatto perché a pastini, o ancora quello dei caprioli, dei cinghiali. L’impostazione dell’oasi è ecosostenibile e frutto, come ha evidenziato Bufo, «di un lavoro lungo e faticoso ma efficace che ci da la possibilità di spostare, ad esempio, i nostri cinghiali Mirco, Cico e Pan da una recinto all’altro ogni tre anni, in maniera che lo spazio lasciato serva da orto di nutrizione per gli animali».

L’Enpa Trieste è sede, da oltre 20 anni, del Cras, acronimo di Centro recupero animali selvatici, «da cui riceviamo - sottolinea la presidente - l’unico contributo pubblico, quello regionale, appena sufficiente alle spese veterinarie. Da altri enti pubblici il nulla, ma solo tanti “bravi, continuate così”».

Il primo semestre di quest’anno ha visto i volontari dell’Enpa impegnati nel soccorso animali selvatici sul territorio e nell’accoglimento di animali di ogni specie, domestici e selvatici, nel ricovero di via Marchesetti, ben 1404 volte: «Posso affermare - sottolinea Bufo - che l'83% degli animali ricoverati presso la nostra struttura viene salvato e quasi tutti questi animali vengono reintrodotti nel loro habitat, tranne quelli con disabilità». Prossimo “liberation day” è previsto per il 5 o 6 ottobre. —


 

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