La nuova sfida di UniTs: si lancia nello Spazio

Costituito dalla docente Anna Gregorio un gruppo di ricercatori che si occuperà della “New Space Economy”

TRIESTE Riunire i tanti ricercatori che si occupano, da differenti prospettive, di studi nel settore spaziale, un ambito strategico per il nostro Paese su cui l’Ateneo giuliano è sempre stato molto attivo. È l’obiettivo del neo costituito Comitato di ricerca “Spazio”, che opererà sotto il coordinamento della professoressa Anna Gregorio, del dipartimento di Fisica, per affrontare in modo sinergico la sfida della cosiddetta New Space Economy, ovvero di un’economia spaziale che diventi finalmente una risorsa al servizio di tutta la società.

Da sempre le industrie spaziali producono tecnologie e applicazioni utili per la nostra vita sulla Terra e anche la recente pandemia ha contribuito a evidenziare l’importanza di avere a disposizione informazioni geo-spaziali affidabili per valutarne il contesto, monitorarne l’evoluzione e supportare i processi decisionali a livello globale. «Negli ultimi anni il settore Spazio si sta approcciando in modo molto più aperto al mondo della ricerca, alle Università e alle industrie. Si tratta di una tendenza mondiale, che ha portato anche a un cambiamento della politica dell’Agenzia Spaziale Italiana – evidenzia Alessandro Baraldi, collaboratore del rettore alla Ricerca scientifica e ai dottorati di ricerca –. A questo si accompagna un periodo di grande attività da parte di tutti gli attori istituzionali, quali l’Agenzia Spaziale Europea (Esa), l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e la Commissione Europea, oltre alla componente industriale».

L’Università di Trieste, prosegue Baraldi, «è da sempre molto presente in tale settore, con iniziative che spaziano dall’Ingegneria alla Medicina, passando per la Fisica, ma questo cambiamento richiede una sinergia di tutte le componenti culturali del nostro Ateneo: sarà questo il ruolo del nuovo Comitato».

«Siamo già coinvolti in un considerevole numero di progetti che interessano il settore spaziale: con la creazione di un gruppo multidisciplinare di esperti vogliamo rafforzare ulteriormente la nostra azione», spiega Gregorio, che è astrofisica sperimentale e Ceo di PicoSaTs, spin-off dell’Università di Trieste che si occupa della progettazione e realizzazione di picosatelliti.

Le attività nel settore “Spazio” dell’ateneo triestino si allargano dalle più tipiche, nei campi astronomico, astrofisico e geofisico, a quelle legate all’ingegneria fino alle scienze della vita. Se da una parte la missione spaziale Euclid dell’Esa ha lo scopo di studiare l’evoluzione e la composizione dell’Universo, i geofisici con la missione Esa – Goce, analizzano le deformazioni e le strutture crostali della Terra. Fisici e ingegneri lavorano per lo sviluppo di tecnologie e strumentazione avanzata nell’ambito delle applicazioni satellitari legate alle telecomunicazioni, con lo sviluppo di nuovi sistemi di antenna per piccoli satelliti: un esempio è il progetto Beamsat2, che vede coinvolte anche PicoSaTs ed Esteco, altra spin-off dell’Università.

A questi progetti si affiancano studi sulla navigazione legati alla nuova costellazione europea Galileo, alla cyber security, all’utilizzo di materiali nano-compositi e polimerici nello spazio con il progetto Rise, alla robotica e automazione, senza dimenticare i laboratori per le qualifiche meccaniche. Con gli esseri umani sempre più al centro dei programmi spaziali, risulta fondamentale lo studio degli effetti della permanenza nello spazio sulle strutture ossee, sulla trasmissione neuromuscolare, sul cuore e sull’apparato muscolo-scheletrico, in condizioni di microgravità, o ancora l’analisi della fisiologia e del metabolismo nello spazio con il progetto Nutriss, che studia sugli astronauti la composizione ideale del corpo umano in termini di massa grassa e magra.

Questa multidisciplinarietà ha favorito lo sviluppo di nuove idee e progetti, come Quantum Ship, uno studio di fattibilità presentato da PicoSaTs appena approvato dall’Esa riguardante un collegamento satellitare protetto per favorire la navigazione marittima autonoma. Questo progetto coinvolge docenti dell’Ateneo triestino con competenze trasversali, dalla fisica all’informatica, dall’ingegneria meccanica a quella navale. Infine, anche le scienze umanistiche si stanno avvicinando allo spazio: la giurisprudenza internazionale è agli inizi in questo settore nel quale si aspettano enormi sviluppi. –




 

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