La nuova ricorrenza del 12 giugno a Trieste: esordio con alzabandiera in piazza

Distanziamento da rispettare e la sala del Consiglio è inagibile: così il Comune adegua il programma
Silvano Trieste 2020-06-02 Alzabandiera Solenne, 2 Giugno, Festa della Repubblica
Silvano Trieste 2020-06-02 Alzabandiera Solenne, 2 Giugno, Festa della Repubblica

TRIESTE Nasce in un momento sfortunato per le pubbliche celebrazioni, la «Giornata per la Liberazione di Trieste dall’occupazione jugoslava» del 12 giugno. La ricorrenza solenne, voluta fortissimamente dalla maggioranza di centrodestra in Comune e oggetto di numerose polemiche, dovrà svolgersi infatti all’insegna delle rigorose limitazioni imposte dal Covid. Il Comune ha approntato quindi un programma “ridotto” in cui si tiene conto anche del fatto che l’aula del Consiglio comunale, in cui doveva svolgersi la cerimonia principale, è attualmente inagibile a causa di un cedimento del soffitto.

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La scelta fatta dall’amministrazione è stata quella di celebrare per la prima volta la festività in piazza Unità. Alle 10 di venerdì prossimo si terrà un solenne alzabandiera. Spiega il vicesindaco Paolo Polidori: «Come è avvenuto per il 2 giugno, dovremo farlo rispettando tutte le indicazioni anti-Covid, per cui dovremo mantenere i distanziamenti».

La delibera, dicevamo, prevede anche l’organizzazione della cerimonia in Consiglio e di iniziative di approfondimento, entrambe rese impossibili dalle circostanze odierne: «Inviteremo quindi tutta la giunta e tutti i consiglieri a partecipare all’alzabandiera di piazza Unità, si tratterà di un momento di grande pregnanza simbolica», spiega Polidori. L’ammainabandiera si terrà alle 18.

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Poco più tardi, alle 10.20, nel famedio della Questura si terrà una commemorazione organizzata dalla Polizia di Stato in memoria dei poliziotti colpiti dalle epurazioni jugoslave. Il Comune vi prenderà parte con una rappresentanza.

Alle 10.45 si terrà la tradizionale cerimonia al Parco della rimembranza, dove dal 2015 il Comune ha apposto una targa, e dove dal 1990 l’Unione degli istriani ricorda ogni anno il giorno in cui le truppe della Jugoslavia comunista si ritirarono da Trieste in seguito agli accordi di Belgrado.

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Anche in questo caso si porrà il problema del distanziamento, e quindi della posizione in cui collocare i labari delle associazioni. Ma il Comune è fiducioso di venire a capo anche di questo dilemma.

Alle 11.30 si terrà un’ulteriore commemorazione, anche questa di lunga data, nel cortile dell’ex Scuola allievi di Polizia di San Giovanni. Anche in questo caso il Comune sarà presente in veste di partecipante.

Il vicesindaco Polidori auspica una partecipazione ampia delle forze politiche: «È un momento significativo e spero che tutti i consiglieri comunali partecipino. La nostra iniziativa intende soltanto sancire il fatto storico della liberazione di Trieste da 40 giorni di oppressione e la fine della guerra in città. Non ci sono altre implicazioni. È la fine di un percorso iniziato dall’Unione degli istriani e dalla Lega nazionale. Ricordo che la targa a San Giusto la mise Cosolini».

La proclamazione della festa da parte della giunta ha scatenato accese polemiche nelle scorse settimane.

Sia dal centrosinistra che dal Movimento 5 Stelle si sono alzate voci che accusano la maggioranza di aver voluto dare un contentino nazionalista agli esponenti di Fratelli d’Italia, formazione in ascesa che qui a Trieste fatica a digerire la restituzione del Balkan alla comunità slovena, decisa per il centenario del rogo. Un’iniziativa - quella sul 12 giugno – cara agli ex missini, su cui la Lega aveva però voluto muoversi in anticipo, incorrendo nelle ire forziste e degli stessi Fdi. —


 

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