La nuova legge sulle pensioni: salgono a 82 i lavori usuranti, sì al ritiro anticipato con uno stipendio più basso

Sì al ritiro con 30-36 anni di contributi. Il governo stanzia un miliardo, assegno massimo di 1.500 euro lordi

 

Paolo Baroni

TRIESTE Diventano addirittura 82 le professionalità che grazie alla nuova legge di bilancio ed alle modifiche apportate alla normativa sull’Ape sociale potranno beneficiare dell’anticipo pensionistico e lasciare prima del tempo il lavoro.

Alle 27 professionalità comprese in 15 diversi raggruppamenti già previste dalla legge in vigore se ne aggiungono altre 55. Ci sono sia le prime 30 professioni segnalate dalla commissione sui lavori usuranti presieduta dall’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano sia i cosiddetti codici «rossi» e «bianchi», ovvero mansioni simili a quelle già presenti negli elenchi per un totale di altri 25 mestieri.

Il salto in avanti è considerevole se si pensa che la sola lista dei primi 30 della graduatoria elaborata dalla commissione ministeriale, incrociando i dati di Inps, Inail e Istat relativi a infortuni e malattie professionali, interessava all’incirca 470 mila persone.

I nuovi raggruppamenti

In tutto sono 23 i raggruppamenti professionali compresi nella tabella A allegata alla legge di Bilancio che riorganizza gli elenchi dei beneficiari dell’Ape sociale. Tra le professioni presenti nel nuovo elenco (vedere grafico sopra) ci sono non solo le maestre d’asilo ma dal 2022 anche i professori di scuola primaria e assimilati, e poi magazzinieri, estetisti, portantini, personale addetto alla consegna delle merci, lavoratori delle pulizie, conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento e tutte le mansioni operaie nel campo della manifattura, dell’edilizia e dell’agricoltura.

I requisti di accesso

Tutte queste persone potranno lasciare in anticipo il lavoro una volta raggiunti i 63 anni di età con 30-36 anni di contributi, a seconda dei casi. A loro verrà corrisposto un assegno ponte sino al raggiungimento dei requisiti per la pensione piena (67 anni). L’anticipo pensionistico al massimo arriva a 1. 500 euro lordi al mese (circa 1. 150 netti) per 12 mensilità all’anno. Per lo Stato si tratta di stanziare in tutto per i prossimi 5 anni (2022-2027) 970 milioni di euro. In dettaglio: 141, 4 milioni di euro per il 2022, 275 per il 2023, 247, 6 per il 2024, 185, 2 per il 2025, 104, 5 per il 2026 ed infine 16, 9 milioni di euro per l’anno 2027.

Il governo ha introdotto poi una seconda novità è ed l’abolizione dei tre mesi di stacco tra la fine della Naspi e la possibilità che un lavoratori possa ricevere l’Ape social.

Rispetto alla normativa vigente per le 55 nuove professionalità ammesse all’Ape in questa occasione non è stato previsto come per le 27 della vecchia Ape una canale di uscita per i lavoratori «precoci» (ovvero i soggetti che hanno svolto mansioni usuranti per almeno 12 mesi prima di aver compiuto 19 anni cui spetta di uscire con 41 anni di contributi) e questa, secondo Damiano, è certamente «una carenza» della nuova legge «perché crea una sfasatura tra le due liste di beneficiari dell’Ape».

l’ex ministro: servono più risorse

A suo giudizio, poi, «occorrerebbe stanziare un po’ più risorse», ma soprattutto l’ex ministro definisce «un fatto grave non aver accolto da parte del governo la proposta di ridurre da 36 a 30 anni il requisito contributivo previsto per gli edili, perché come ci dimostrano le cronache sono quelli muoiono di più proprio nella fascia d’età sopra i 60 anni e concedere loro uno sconto rappresenta un obbligo sociale, morale e civile»

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