La neosenatrice forzista perde la causa di lavoro
TRIESTE. La neosenatrice Laura Stabile fino a poco tempo fa non aveva mai pensato all'impegno in politica, diventato realtà dopo la proposta che Forza Italia le ha fatto a pochi giorni dalla chiusura delle liste elettorali. La dottoressa anti riforma sanitaria desiderava infatti sopra ogni altra cosa sostituire il consorte, Walter Zalukar, alla guida del Pronto soccorso dell'Azienda sanitaria di Trieste. Convinta che il proprio ruolo di primario del reparto di Medicina d’urgenza di Cattinara le garantisse i titoli necessari e dunque il diritto al subentro senza concorso, ha rifiutato polemicamente di partecipare alla procedura valutativa bandita per coprire l'incarico rimasto vacante dopo il pensionamento di Zalukar, oggi candidato a sua volta con Forza Italia alle regionali. Stabile ha quindi deciso di impugnare gli atti relativi alla selezione, ma ora un giudice le ha dato torto.
La sentenza del Tribunale di Trieste, nella persona del giudice del lavoro Silvia Burelli, dice che l'interessata avrebbe dovuto presentarsi al concorso come tutti gli altri. Le motivazioni richiamano inoltre la memoria difensiva dell'Azienda, per cui Stabile non possiede la specializzazione adatta e tantomeno l'anzianità di servizio di dieci anni nella disciplina: requisiti necessari per reggere la struttura complessa che nascerà dalla fusione del Pronto soccorso con la Medicina d'urgenza, secondo quanto previsto dalla riforma sanitaria.
Il pronunciamento arriva dopo il ricorso che Stabile ha promosso nei confronti dell'AsuiTs, nella convinzione di aver subito un'ingiustizia ad opera di quella riforma contro cui si è scagliata fin dalla sua approvazione nelle vesti di segretaria regionale del sindacato Anaao Assomed. Proprio in quanto sindacalista, la dottoressa ha impugnato davanti al Tar la nuova programmazione ospedaliera stabilita dalla Regione, l'accordo fra ospedale e Università, l'unificazione della Medicina d'urgenza col Pronto soccorso a Trieste: ricorsi rigettati in tutti e tre i casi. Ed è proprio questo suo essere spina nel fianco della riforma che Stabile ritiene essere alla base di una discriminazione da parte dell'Azienda sanitaria, che il giudice non ha tuttavia rilevato.
Nel frangente specifico, nell'ottobre 2017 il medico ha impugnato a titolo personale il concorso bandito per reperire una figura apicale in grado di gestire il nuovo maxireparto che nascerà dall'unione del Pronto soccorso con la Medicina d'emergenza, ovvero quell'area di decantazione dove chi entra in ospedale attraverso il Ps rimane fino a quando non viene dirottato in un reparto specialistico. La procedura concorsuale arriverà a termine domani, quando l’AsuiTs nominerà il designato e fonderà definitivamente le due strutture.
Dopo il pensionamento di Zalukar, il Pronto soccorso è stato intanto assegnato pro tempore a Roberto Copetti. Il ricorso di Stabile è stato bocciato dal giudice, per cui «la pretesa di conferimento, senza procedura selettiva, dell'incarico dirigenziale è infondata nel merito». Per il tribunale, l'accorpamento dei reparti ha dato vita a una struttura complessa molto diversa da quelle preesistenti e dunque bisognosa di un dirigente con caratteristiche peculiari, da scegliere con il concorso. «Del resto - continua il giudice - ben avrebbe potuto la ricorrente, laddove in possesso dei necessari requisiti (circostanza, peraltro, contestata), partecipare alla procedura selettiva, cosa che, pacificamente, non ha fatto».
La mancanza di requisiti da parte di Stabile è contenuta nella memoria difensiva dell'Azienda, dove si rileva che la dottoressa non è specializzata in Medicina d’urgenza ma in Igiene ed epidemiologia: una branca del sapere medico non operativa e dunque insufficiente a soddisfare i requisiti richiesti oggi per ricoprire il posto di primario del nuovo Pronto soccorso. A Stabile è stato comunque confermato il diritto a occupare una posizione equivalente a parità di stipendio: opportunità ora congelata vista l'elezione al Senato.
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