La nave ospedale incagliata tra polemiche e incertezze

Ancora un rebus la tempistica, intanto le critiche arrivano anche dal centrodestra

TRIESTE. La tempistica esatta per l’approdo e l’avvio dell’attività come struttura sanitaria galleggiante restano ancora un rebus, ma intanto la “nave Covid” continua a incendiare il dibattito politico. La soluzione che Asugi e Regione intendono attuare per accogliere 168 ospiti delle case di riposo triestine positivi al virus è sempre più al centro delle critiche. E anche tra gli esponenti storici del centro destra c’è chi boccia l’idea della nave Gnv Allegra come Piero Camber, ex consigliere regionale forzista, stesso partito del vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi.

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«Traghetto ospedale costruito 34 anni fa. Per quel che possa valere, esprimo ora apertamente, a voce alta, la mia totale contrarietà – ha scritto ieri Camber in un post –. Cabine di 8 mq, con oblò, dotate di micro bagno con gradino per entrarvi e dove non può stare un’altra persona con l’anziano per aiutarlo, per lavarlo? Veramente altre soluzioni ben più economiche e più umane per i nostri anziani, in gran parte carrozzellati, non esistono, oltre ai nostri vuoti hotel? La base logistica di Lazzaretto? La struttura dell’Asugi di via Farneto? Le vuote case dello studente? Invece di pagare un nolo, oltretutto fuori regione, si dovrebbero fare investimenti duraturi o perlomeno utili all’attualmente asfittica economia locale. Per non dire poi di 24 ore al giorno di inquinanti e rumorosi motori accesi».

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A livello comunale vanno all’attacco Giovanni Barbo e Marco Toncelli del gruppo comunale del Pd, che mettono nel mirino Roberto Dipiazza parlando del suo «silenzio assordante». «Il primo responsabile della salute dei cittadini è il sindaco – affermano in una nota gli esponenti dem –, quante volte abbiamo sentito Dipiazza ripetere questa frase, ad esempio in merito alla Ferriera di Servola. Eppure, in queste settimane in cui, più di ogni altra città della Regione, i nostri anziani sono stati colpiti dal virus, non abbiamo sentito una parola dal sindaco sulla situazione drammatica delle Rsa. Lo stesso silenzio perdura oggi, quando perfino Riccardi ha candidamente ammesso di non esserne veramente convinto. Il traghetto lazzaretto è una soluzione che i nostri cittadini non vogliono: ce lo stanno dicendo in tutti i modi». «E chiediamo al sindaco – aggiungono –, che già in passato aveva espresso pubblicamente perplessità, di dare voce a questa richiesta manifestando apertamente la sua contrarietà. Lo attendiamo quindi in aula per ricevere finalmente una risposta. Si attivi per fare quanto in suo potere per bloccare una scelta sbagliata, costosa e irrispettosa nei confronti di quella fascia della popolazione che la politica dovrebbe proteggere e non abbandonare al proprio destino su una nave varata più di 30 anni fa».



Nella loro istanza al sindaco i consiglieri del Pd chiedono di proporre delle soluzioni alternative «a quella che di fatto è una scelta di uso reclusorio, quali ad esempio il ricorso alle residenze sanitarie assistenziali, a strutture alberghiere opportunamente attrezzate, ad altri spazi di proprietà del Comune quali ad esempio il padiglione Ralli o la Residenza Giardino».

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Intanto il governatore Massimiliano Fedriga non si scompone dopo le parole di Riccardi che rispondendo in un’intervista alla trasmissione Tv7 ha precisato a proposito della nave che «non è una scelta che ho fatto io e non mi convince, però non posso discutere il parere dei professionisti, quando l’Azienda sanitaria mi dice che che è l’unica soluzione non credo che la politica debba esprimere giudizi, ma che debba fidarsi». «È una scelta dell’Asugi. E per quanto mi riguarda ho detto fin dall’inizio che su un’iniziativa del genere la politica non deve intromettersi – ribadisce Fedriga –. Si tratta di una questione tecnica e devono essere i tecnici a decidere. Noi dobbiamo solo metterli nelle condizioni di poter svolgere al meglio il loro compito. Sei i tecnici ritengono che la nave sia la scelta migliore, io non mi permetto di eccepire». —

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