La Nato aprirà altre basi militari in Croazia
La notiza fatta trapelare dal segretario generale Jens Stoltenberg in visita a Zagabria. Bosnia e Macedonia nell’agenda
ZAGABRIA La Croazia diventa sempre più strategica per la Nato. Dopo l’apertura del Centro di addestramento per piloti di elicotteri per operazioni speciali a Zara, il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg non ha escluso che l’ex repubblica jugoslava possa in futuro ospitare altre basi militari sotto la bandiera della Nato. La conferma durante la sua sosta a Zagabria nel corso del suo mini-tour balcanico che lo ha visto, oltre che in Croazia, anche Serbia e Slovenia.
Per Stoltenberg la base di Zara che sarà a supporto di missioni speciali nel vicino Medio Oriente è «un buon inizio». «È tropo presto per ipotizzare cosa può essere ancora aperto in Croazia - ha detto il segretario generale - ma devo ricordare che lo scopo principale della Nato è quello di proteggere e difendere tutti gli alleati e spostare le proprie truppe rapidamente se necessario». «Quindi una delle cose più importanti - ha concluso - è aumentare la preparazione delle nostre forze in modo che possano essere rapidamente schierate dove necessario». Il che presuppone anche un adeguata struttura logistica e nell’area dei Balcani occidentali la Croazia è il sito più naturale anche in funzione anti-russa con Mosca che non fa mistero di premere con insistenza su Belgrado.
Belgrado che sostiene una sorta di non allineamento di titina memoria ma che fa comunque parte della Partnership for peace dell’Alleanza atlantica. «Il modo migliore per dimostrare che siamo partner non è solo quello di parlarsi. Il presidente Vučić e io possiamo conversare per ore poichè siamo buoni amici, i colloqui sono importanti, ma ancora più importante è l'azione.
Per quanto riguarda la questione macedone legata al nome del Paese Stoltenberg ha affermato nella capitale serba che la Nato non ha un piano B per la Skopje, e l'unico modo per la sua adesione all'Alleanza atlantica è l'approvazione dell'accordo con la Grecia per il nuovo nome del Paese ex jugoslavo (Macedonia del nord).
Uno sguardo è stato lanciato anche alle elezioni politiche in Bosnia-Erzegovina. «Le elezioni sono l’essenza di ogni società democratica - ha commentato Stoltenberg - ma allo stesso tempo riconosciamo che in Bosnia ci sono ancora sfide, tensioni e una forte retorica». «Per questo - è l’appello del segretario generale - chiedo a tutti gli attori politici del Paese di astenersi dalla retorica incendiaria e di partecipare in modo costruttivo al consolidamento della Bosnia come Paese che può contribuire alla stabilità in Europa». Per parlare di Sarajevo nella Nato, per Stoltemberg, bisogna «ancora vedere concreti progressi sul campo delle riforme per soddisfare gli standard Nato».
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