La mummia negata provoca incidenti politici a catena

Cosolini contro Masau Dan: «Dichiarazioni offensive». Cecchi Paone: «A Jesolo più visitatori dei musei di Trieste» 
La mummia delle polemiche
La mummia delle polemiche

Partirà la mummia alla volta di Jesolo? O succederà come per i Bronzi di Riace negati all’Expo di Milano? In quest’ultimo caso era stato il ministro Franceschini, dopo infinite polemiche pro o contro, a bloccarli in Calabria. Il sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, per ora non prende posizione ma si rimette «alle valutazioni e alla saggezza» del suo assessore alla Cultura Paolo Tassinari, che ha già dichiarato di essere disponibile, «se c’è la possibilità», a risolvere la questione. Ma intanto, nell’attesa della decisione dell’assessore, a tenere banco sono le dichiarazioni della direttrice dei Musei civici di Trieste, Maria Masau Dan che, motivando il suo no al trasferimento della mummia, aveva definito quella di Jesolo una “mostra di albergatori”.

A Cosolini, e a molti altri, queste parole non sono piaciute . «A una mostra si può dare o negare una mummia - sottolinea il sindaco -. Se la si nega si diano sobri e rispettose motivazioni. Ha fatto male liquidare la richiesta come "una mostra di albergatori". Innanzitutto perché va rispettato e apprezzato l'impegno, anche economico, degli operatori di Jesolo di promuovere un evento che non avrà tutti i crismi della scientificità ma che vuole aggiungere ragioni di attrattività, e se non altro di curiosità culturale, in un vasto pubblico. La dichiarazione che ho letto - aggiunge - mi pare poco rispettosa verso quella categoria di operatori: albergatori, commercianti, artigiani, operai, lavoratori autonomi e dipendenti di varie categorie meritano atteggiamenti di rispetto, tanto più in questi tempi di crisi, poiché continuano a lavorare e a mandare avanti la “baracca Italia”. Bastavano sobrie motivazioni tecnico scientifiche se si doveva spiegare il no senza riferimenti scortesi verso chi organizza».

«Anche le dichiarazioni - conclude Cosolini - nei confronti dell’on. Rubinato, "rea" di farsi portatrice con una telefonata, nei miei confronti, di un'aspettativa del suo territorio, sono francamente di cattivo gusto se non offensive».

Jesolo non ha fatto orecchie da mercante, dalla località balneare veneta sono arrivate bacchettate a Maria Masau Dan. «Questa mostra è un'occasione d'oro per far comprendere a chiunque, ma soprattutto ai più giovani, il funzionamento del corpo umano e come mantenerlo in salute - afferma il direttore scientifico di “Real Bodies”, Alessandro Cecchi Paone -. L'esposizione ha già ampiamente dimostrato estrema utilità scientifica didattica ed educativa riscontrata in tutti i paesi dove si è tenuta con straordinario successo, io stesso la seguo da due anni nelle sue tappe italiane. Poi il paragone corre doveroso verso gli ingressi totalizzati in sei mesi nella scorsa edizione dalla sola mostra dei corpi plastinati di Jesolo, circa 200 mila; paragonabile al numero di ingressi, 210 mila, ottenuti in tutto il 2013 nei Civici musei di Trieste messi assieme: Revoltella, Storia ed Arte, Sartorio, Morpurgo, Orientale, Risorgimento».

Molto duro anche il commento degli organizzatori di Real Bodies: «I visitatori non si possono dividere in commerciali perché visitano la Real Bodies e in culturali perché vanno nei musei di Trieste. Il fatto che sia commerciale solo perché è gestita da privati nonostante faccia pagare un biglietto come quelle comunali, lo troviamo ridicolo ed offensivo. Forse questa direttrice demonizza il far cultura ottenendo degli utili ma non risultando un peso economico per i cittadini. Se con i biglietti ingresso potesse pagare costi, restauri e personale senza intaccare le casse del comune o della Regione, i cittadini sarebbero più felici».

Il presidente dell’Associazione albergatori di Jesolo Massimiliano Schiavon osserva invece che la mostra Body Revealed ha ospitato, a Jesolo, nell’ultimo anno circa 300 mila persone. Nel mondo, invece, ha registrato decine di milioni di visitatori toccando le più importanti capitali internazionali. «Secondo me la signora Masau Dan - afferma Schiavon - dovrebbe sentire gli albergatori di Trieste e chiedere a loro cosa ne pensano. Se, comunque, un giorno vorrà trovare un palcoscenico più vasto alla sua mummia, ritengo che Jesolo possa essere felice di dimenticarsi di questo scivolone anacronistico e poco sensato».

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